Guida per liberare le città dai pesticidi
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Abolendo l’uso di pesticidi in città vi sarà una proliferazione di piante spontanee. L’idea di lasciar lentamente crescere poche piante spontanee lungo le strade, i sentieri e nei cimiteri sta avendo sempre più popolarità. Si spera che, un giorno, si potrà vedere la natura crescere rigogliosa in città.
“Più cose scopro sull’uso dei pesticidi, più questa situazione mi affligge. Ho così capito che c’era abbastanza materiale per scrivere un libro. Tutto ciò che aveva più valore per me in quanto naturalista era in pericolo e l’unica cosa che avrei potuto fare era scrivere questo libro”.
Rendere le città libere dai pesticidi - nel vero senso della parola –necessita che tutti i membri della società, inclusi i cittadini, le associazioni sportive e le regioni, si impegnino in questo intento. E’ fondamentale che i politici e i responsabili delle decisioni politiche facciano il primo passo. E’ solo mostrando la strada che anche altri seguiranno, tutti nella stessa direzione.
Questa ricerca riporta una serie di buoni esempi di città, utili linee guida e dimostrazioni di come altri possano garantire il processo necessario per diventare liberi dai pesticidi.
Potete inoltre guardare il video della nostra conferenza per farvi un’idea di che cosa è già stato fatto in Europa.
Noi, piccole, medie e grandi città in tutta Europa abbiamo la responsabilità di proteggere la salute dei nostri figli e nipoti. Uno dei nostri compiti è quello di rendere le città libere dai pesticidi. Suona come una dichiarazione ma in realtà si tratta di una di quelle cose che possiamo promuovere come una politica e, a livello di budget, richiede il minimo sforzo.
Noi della città di Haaren, in Provincia di Brabant in Olanda, l’abbiamo dimostrato in questi ultimi anni. Siamo una piccola cittadina di soli 14.000 abitanti ma il nostro territorio è molto grande. Abbiamo molti agricoltori, abbiamo un’enorme agroindustria di frutteti. Siamo quattro piccoli villaggi che insieme formano una città.
I nostri cittadini vivono da sempre a contatto con la “terra” ma, al contempo, per molti anni, non è stato fatto nessun programma in merito alla sostenibilità e all’ambiente.
Ci siamo quindi posti uno scopo. Un semplice scopo. Abbiamo semplicemente comunicato a tutti l’importanza di mantenere gli spazi urbani liberi dai pesticidi: abolire l’utilizzo di pesticidi nei campi sportivi, nei parchi etc. In altre parole, una città libera dai pesticidi per i nostri cittadini, i loro figli e nipoti, per oggi e per il futuro.
Abbiamo semplicemente trasformato il nostro scopo in una sfida per le industrie e i laboratori della città, una sfida per coloro che gestiscono i campi sportivi e coloro che li utilizzano e una sfida per la salute dei nostri stessi cittadini.
Abbiamo dichiarato che il 1 gennaio 2015 sarebbe stata la data limite e che NON sarebbe stata cambiata per nessuna ragione. Non perché NOI lo volessimo in qualità di politici e amministratori, ma perché NOI lo volevamo in quanto parte di quei 14.000 cittadini che vivono nella nostra città.
Laboratori, gruppi di lavoratori e molti volontari si sono impegnati per cercare delle alternative all’utilizzo di pesticidi. Sono state elaborate diverse procedure di mantenimento, utilizzando rimedi naturali per controllare la crescita di piante spontanee etc.
Per cercare di rimanere coerente con questa decisione politica, ho dovuto convincere le persone che potevamo fare la differenza per il nostro futuro. Questo è stato facile. Ho dovuto farlo in 50 posti ma questo è stato il minore dei mali. Qualcosa si stava muovendo e stava crescendo… le persone hanno iniziato a capire che si trattava di un cambiamento necessario.
Nel mio discorso ho usato la canzone di Peter Gabriel per suscitare nelle persone che mi stavano ascoltando l’entusiasmo per quello che stavamo facendo.
Noi abbiamo fatto in modo che succedesse sei mesi prima che venisse pianificato.
Contatto: Eric van den Dungen - vandendungen@home.nl - +31653144157
L’amministrazione pubblica deve pianificare la transizione impostando le linee guida e i documenti di esempio per le amministrazioni locali e deve coinvolgere i partners, in particolar modo i giardinieri, e fornire consigli tecnici per la transizione.
Nelle Fiandre:
A Vallonia:
Esiste anche FEREDEC Bretagne, una guida alternativa all’utilizzo di pesticidi chimici nei comuni. Questa guida fornisce dettagli riguardo alla transizione e strategie di comunicazione. Offre una lista di pro e contro su tutti i diversi tipi di erbicidi, così come i loro diversi costi.
Bruxelles Ambiente, l’amministrazione regionale di Bruxelles, controlla 2210 ettari di terra, inclusi 400 ettari di parchi, 1685 ettari di foreste e 125 ettari di riserve naturali (Fonte: Report on the state of the environment, 2001). In totale, si tratta dell’80% dei parchi, giardini e boschi accessibili alla popolazione della capitale di Bruxelles (2779 ettari). Negli ultimi vent’anni, queste zone sono state regolate secondo un approccio diverso e rispettoso dell’ambiente che ne consente l’utilizzo da parte della popolazione per motivi sociali, ricreativi, educativi, estetici e ambientali.
Molte zone verdi consistono in percorsi pedonali e piste ciclabili, zone per lo sport e panchine dove le persone possono rilassarsi. Si tende a privilegiare una gestione degli spazi più rispettosa per l’ambiente, dove la natura più crescere rigogliosamente senza l’utilizzo di pesticidi. Questo metodo favorisce la crescita di piante spontanee, stagni naturali, boschi selvaggi e rifugi per diversi animali, tutelando in tal modo la biodiversità.
In alcune zone verdi nel centro città, questa gestione “naturale” degli spazi non può essere implementata. Nei piccoli parchi - molto popolari e principalmente utilizzati per socializzare - e nei parchi storici del centro ,che attraggono i turisti per il loro patrimonio storico, viene privilegiata l’orticoltura. Una squadra di tecnici (circa 80) mette a disposizione le proprie conoscenze per trovare metodi alternativi all’utilizzo di pesticidi. I numerosi parchi giochi sono sempre gestiti da Bruxelles Ambiente e liberi dai pesticidi. Questa filosofia è stata adottata molto prima della Regolazione dei Pesticidi, la quale ha ufficialmente proibito l’utilizzo di questi prodotti fino a 10 metri di distanza da queste zone, che sono spesso frequentate da persone a rischio di esposizione.
I 2000 siti naturali, le riserve naturali e le foreste - soggette a specifiche misure di protezione per motivi legati alla conservazione della natura - sono da tempo libere dai pesticidi. Questo divieto è stato formalizzato nella Regolazione della Natura il 1 Marzo 2012 e riaffermato nella Regolazione dei Pesticidi il 20 luglio 2013.
20 anni di coordinazione ecologica… S Kempeneers
Un crescente numero di comuni sta usando il proprio sito internet per comunicare ai cittadini la transizione per diventare “liberi dai pesticidi”. Tra questi comuni vi è:
Molte città usufruiscono dei quotidiani locali per informare i residenti sulla transizione, per esempio:
Un numero di comuni sia in Danimarca che in Olanda stanno unendo le forze con le compagnie idroelettriche per convincere i cittadini a smettere di utilizzare i pesticidi. Per un buon esempio, vi consigliamo di vedere il video di Rien Kippen.
Gli erbicidi sono fra i pesticidi più usati nelle zone urbane. Per poter rendere la città libera dai pesticidi, è importante riconoscere la necessità di rimuovere le erbe spontanee: si può permettere la presenza di flora spontanea in certe zone? Ne deriverebbero conseguenti problemi in termini estetici, di sicurezza (suolo scivoloso, problemi di visibilità etc.) o di salute pubblica (allergie al polline, irritazioni della pelle dovute dalle piante)?
Occorre privilegiare metodi preventivi all’utilizzo di tecniche che contrastano la crescita di erbacce. E’ importante organizzare, adattare e riadattare le zone pubbliche al fine di ridurre la crescita di vegetazione selvatica e permettere l’utilizzo di metodi alternativi per combattere le erbacce.
La pacciamatura è una buona soluzione ma non sempre è duratura. E’ meglio prediligere una zona con fitta vegetazione o delle piante tappezzanti.
Photo ©
Con l’utilizzo di piante tappezzanti si riducono le difficoltà di mantenimento di zone difficilmente raggiungibili, come gli argini o la base di alberi e arbusti. Le piante tappezzanti consentono una migliore permeazione dell’acqua piovana e limitano l’erosione stabilizzando il suolo, oltre ad essere esteticamente apprezzabili e a migliorare il panorama.
Photo ©
Prima di piantare, considerare bene il tipo di suolo, l’esposizione, la disponibilità d’acqua e l’effetto che si intende ottenere, sia visivamente che fisicamente.
Le piante tappezzanti hanno bisogno di espandersi facilmente senza diventare infestanti (non avrebbe senso sostituire delle erbacce con altre). Bisognerebbe evitare a tutti i costi le specie invasive esotiche (es. Cotoneaster horizontalis) a favore di specie autoctone che si adattano alle condizioni locali, agevolando il mantenimento della biodiversità. In zone con necessità ornamentali possono essere piantate specie non autoctone (coltivate, varietà ortoculturali esotiche etc.) purché non diventino invasive e diano un contributo alla fauna locale (fiori, frutti, insetti impollinatori, nettare etc.).. Per le superfici particolarmente estese andrebbero favorite specie autoctone o prati fioriti.
I prati fioriti sono caratterizzati da diverse piante annuali e perenni che permettono una fioritura costante durante tutto l’anno. Sono solitamente seminati ma posso anche essere spontanei. Nel caso siano spontanee si limitano i rischi legati all’introduzione di specie invasive o di varietà ornamentali di poco interesse ambientale ed è richiesto minore lavoro.
Photo © Josephat park, Schaerbeek
I prati fioriti vengono solitamente piantati in prossimità di vaste superfici, consentendo di risparmiare tempo, o in piccole zone in cui è difficile rimuovere le erbacce, come ai piedi degli alberi.
Nel parco di Josaphat, a Schaerbeek, i prati fioriti venivano inizialmente collocati in aree troppo difficili da falciare, per esempio in zone scoscese o in zone limitate da percorsi d’acqua. Questo parco è stato considerato il migliore di tutto il Belgio nel 2014.
Tuttavia, non è sempre stato facile; il responsabile del parco, Zied, deve infatti rispettare determinate regole sui parchi storici, incoraggiare trattamenti senza pesticidi, gestire le pratiche ele esigenze agronomiche e affrontare le eventuali lamentele. Per farlo, Zied ritiene molto importante rendere nota l’importanza dell’attenzione per la tutela ambientale all’interno del parco, sia esponendo cartelli sia fornendo informazioni ai cittadini. Zied aggiorna annualmente il regolamento di gestione del parco, cercando di ridurre quanto più possibile l’impatto ecologico e tenendo in considerazione le condizioni degli addetti agli spazi verdi.
Le api, come altri insetti impollinatori hanno bisogno di un habitat specifico (legno decomposto, rami cavi, cumuli di terra, terreni rocciosi etc.), di nutrimento (polline e nettare proveniente da diverse varietà di fiori), e di un ambiente incontaminato.
Photo © Natuurpunt
La presenza di diversi insetti impollinatori ha un impatto importante sulla biodiversità, sia delle piante che di insetti, volatili, anfibi, mammiferi etc. Gli insetti impollinatori hanno un ruolo fondamentale nel ciclo del cibo in quanto contribuiscono alla riproduzione di gran parte delle piante coltivate (grano, frutti etc).
Il sito francese e olandese vivelesabeilles.be riassume chiaramente sia tutte le attività svolte sia quelle in corso in diversi ambiti (municipali, regionali etc.).
Ci sono più api grazie alle presenza dei fiori e c’è meno erba da tagliare. Questo è il nostro slogan: ”più api, meno erba da tagliare”. Vuole anche dire meno rifiuti di giardino da compost. Ci siamo concentrati molto sulle api e abbiamo elaborato un progetto che stiamo presentando in molte località delle Fiandre. E’ un progetto unico.
Abbiamo condotto uno studio nel nostro comune e insieme a degli esperti abbiamo identificato le varietà di api presenti. Con i risultati di queste analisi abbiamo realizzato un progetto adatto a tutte le zone verdi del comune.
Le principali motivazioni sono state la protezione dell’ambiente e dei cicli di vita, come le sorgenti d’acqua e la salute pubblica. Le principali difficoltà si sono presentate quando si è trattato di cambiare il modo di pensare delle persone, solitamente molto conservatrici. Abbiamo cercato di creare più consapevolezza perché quando le persone vengono informate possono accettare i cambiamenti con maggiore facilità. Alcuni lavoratori del Consiglio hanno partecipato al seminario presso San Nicolò, nelle Fiandre, dove sono stati fatti molti progressi, soprattutto grazie alla divulgazione di informazioni.
Una buona campagna comunicativa è essenziale per convincere i cittadini! Il prossimo passaggio sarà convincere i cittadini ad applicare le stesse pratiche anche nei loro giardini. Stiamo facendo progressi, un passo alla volta.
La soluzione migliore sarebbe produrli in loco e assicurare che nel frattempo vengano osservati tutti i regolamenti per l’utilizzo dei pesticidi.
Photo © Courtesy of Commune de Beersel
I giardinieri hanno iniziato a controllare le malattie e i parassiti fin dal 2001. La principale ragione era la salute del personale. L’utilizzo di misure di controllo secondarie (insetti che sono parassiti per altri insetti nocivi) comportava sforzi troppo impegnativi; per questo si è deciso di selezionare metodi più naturali. Negli ultimi due anni, i giardinieri sono ricorsi all’uso di fertilizzanti a base di equiseto, ortica, felci etc. In questo modo, è possibile tenere sotto controllo parassiti e, al tempo stesso, aumentare la resistenza delle piante verso malattie e parassiti.
Fonte: Muriel Guyot, Consulente per l’Ambiente per la città di Namur
Sebbene le piante selvatiche siano la nostra passione e la nostra specialità, offriamo anche un numero di piante non autoctone che possono essere di supporto per le zone verdi. Cerchiamo quanto più possibile di usare piante coltivate localmente.
Offriamo supporto per la coltivazione e gestione di prati fioriti. Abbiamo 19 anni di esperienza in questo campo. I nostri prodotti, composti unicamente di specie autoctone e specie selvatiche, possono adattarsi a diverse situazioni e luoghi.
Ecoflora collabora con i dipartimenti per l’ambiente di molti comuni del Belgio.
Fonte: Olivier Gengoux,Ecoflora
Formazione: un piccolo spazio per la produzione locale contribuisce a formare i giardinieri sui metodi di coltivazione biologica. Possono poi sfruttare la conoscenza ottenuta durante la formazione per selezionare, seminare e infine piantare.
Motivazione: vedere tutto il processo, dal seme alla pianta, nelle zone pubbliche permette di rafforzare il legame, soprattutto se i medesimi giardinieri sono coinvolti nell’intero processo.
Ecologicamente: le piante coltivate sono spesso autoctone e si adattano alle condizioni della loro zona, sono più resistenti e non richiedono l’uso di prodotti chimici. La produzione locale ha inoltre un impatto molto positivo per l’ambiente perché si salta la fase del trasporto delle piante.
Fonte: Filippo Dattola, La pousse qui pousse
Dopo aver valutato la situazione, sarà chiaro che ci sono zone che, gestite correttamente, non richiedono l’utilizzo di diserbanti.
Photo © City of Bruges
Questo significa che si può dedicare maggior tempo e lavoro ad altre zone di prestigio, come i giardini comunali, i monumenti, i siti storici etc, in cui il diserbo è necessario.
Per quanto questo principio possa sembrare sensato per i gestori degli spazi pubblici, può capitare che i cittadini non ne colgano l’importanza: per questo è cruciale un’accurata comunicazione (vedi parte comunicazione).
Invece di obbligare i pedoni a camminare lungo i sentieri, i gestori del parco Josaphat hanno deciso di utilizzare il passaggio dei pedoni per mantenere la crescita dell’erba controllata. Di conseguenza, non ci sarà più bisogno di sprecare tempo a cercare di indirizzare i pedoni lungo i sentieri né di tagliare l’erba o usare diserbanti. Come dice Filip, coinvolto nella gestione del parco di Schaerbeek, “il nostro lavoro non consiste nel bloccare i sentieri ma nell’ aprirli”.
Ci sono diversi metodi di rimozione delle erbacce in base al tipo di suolo, l’estensione della zona e la sua accessibilità. I principali metodi per rimuovere le erbacce sono meccanici (spazzole, tagliaerba, getti d’acqua) e termici (fiamma diretta, aria calda, infrarossi, acqua calda, vapore). Di recente c’è un ritorno alla zappa e una tendenza a formare dettagliatamente gli addetti degli spazi verdi, al fine di individuare velocemente le erbacce. La spesa iniziale richiesta è molto limitata e i risultati sono incredibilmente promettenti.
Il golf di Samsoe (Danimarca) – Photo © Thomas Friis Pihlkjær, chefgreenkeeper Samsø Golfklub
La ricerca in atto è volta a valutare i metodi più efficienti e a svilupparne di nuovi, che vengono presentati e discussi durante i seminari.
Il progetto di ricerca STERF, insieme ai parchi del Nord e al settore del golf, le università, le istituzioni di ricerca e le autorità ha dichiarato sul proprio sito internet ‘di assicurarsi che le attività di ricerca e sviluppo importanti per la lotta integrata dei pesticidi (IPM) siano coordinate ed eseguite e che venga trasmessa una maggiore conoscenza’.In merito a ciò, è stata recentemente elaborata una guida che riporta le ricerche degli ultimi 30 anni sul controllo delle superfici erbose nei paesi nordici. La guida include consigli per diverse varietà di pendici erbose, prati, campi da calcio e da golf.
Le specie aliene invasive sono piante che crescono anche in altre zone rispetto a quella di loro origine, intaccando la flora locale.
Photo © R Tanner, CABI , UK
Esistono due strategie principali per combattere le piante invasive: la prevenzione e il controllo. La prevenzione prevede che venga proibito di introdurre nuove specie, mentre il controllo consiste nel monitorare la crescita di certe specie o nella loro eliminazione. Prevenire è sempre più facile e meno costoso.
Nel 2014 la città di Copenhagen ha deciso di smettere di trattare la panace con i diserbanti a favore di un metodo che ne prevede il taglio o l’estirpazione . Nel 2010, l’ONG danese Consiglio Ecologico, un membro di PAN Europe, ha realizzato una campagna in cui sottolinea l’urgente necessità di prevenire e trattare tutte le piante invasive di diversa specie, affermando “non occorre ribadire che più si lascia che le piante invasive si diffondano, maggiore sarà il danno ambientale e più costosi saranno i trattamenti e la prevenzione futura. L’efficacia dei controlli dipende da quando e come si è iniziato a trattarle. L’esperienza dimostra che è molto più economico prevenirle che combatterle e che i trattamenti sono tanto più economici quanto prima vengono implementati. L’esperienza del comune di Lyngby-Taarbæk dimostra che la panace può essere sradicata, in modo che non ci sia più bisogno di monitorarla o controllarla”. Nella città di Lyngby-Taarbaeh la panace è stata totalmente estirpata grazie ad un gruppo di volontari che hanno collaborato con l’ONG Consiglio Ecologico!
La città di Copenhagen ha dunque fatto ricorso all’ONG per liberare la città dalla.
Hans Nielsen, capo del gruppo di lavoro per questo compito, afferma:
“La panace non è ancora stata sradicata dalla città di Copenhagen ma ci siamo vicini. Inizialmente non tutte le zone erano state incluse nel progetto. Di conseguenza lo sradicamento o il trattamento alla radice è iniziato solo pochi anni fa. Ma i progressi sono chiari: in 3-5 anni non ci saranno più panace”.
Tra il 2010 e il 2016 il comune di Ballerup ha adottato un piano d’azione che prevede il monitoraggio della panace attraverso l’utilizzo di controlli meccanici e manuali fra i quali la rimozione delle radici e dell’ombrella, il rivestimento con la plastica, la combustione via gas e il pascolo.
Gruppi di volontari si sono attivati per rimuovere la panace dal territorio dei propri comuni. Ad oggi ci sono cinque gruppi composti da 2 o 7 persone. Il comune fornisce i mezzi (vanghe e guanti) e organizza gli incontri iniziali e finali per parlare del piano d’azione, di nuovi metodi di controllo e dei problemi affrontati durante la stagione trascorsa per rimuovere le panacee. Pranzo e cena del giorno di inaugurazione sono offerti dal comune.l
Tra marzo e ottobre un gruppo di volontari si è occupato di rimuovere il Poligono del Giappone due volte alla settimana. Dopo due anni, la rimozione della panace dalla zona trattata ha lasciato spazio per varietà autoctone (rovi, equiseti, avena, piante aromatiche etc.).
Altri metodi per trattare le specie aliene invasive:
L’organizzazione di un sistema di trattamento nelle zone infestate dalle piante invasive.
Il sito è uno strumento partecipativo dove le persone possono inserire le proprie osservazioni in merito a insetti, volatili, mammiferi, piante etc. C’è un sistema costantemente implementato che riguarda le Specie Aliene Invasive; i gestori pubblici possono iscriversi al sistema e ricevono automaticamente un avviso qualora venga inserita nel sistema la localizzazione di una pianta invasiva.
La gestione della pulizia dei cimiteri è un problema delicato dovuto al valore simbolico di questi luoghi. Le erbacce possono essere interpretate come un segno di abbandono e degrado da parte dell’amministrazione comunale o addirittura di profanazione. L’introduzione strutturata, diversificata e armoniosa della flora può cambiare questa percezione. E’ importante comunicare con i cittadini durante il periodo della transizione (vedi punto 17), affinché nei cimiteri venga considerata l’importanza della natura. Una gestione di questi spazi nel rispetto dell’ambiente è una componente fondamentale per coltivare il verde nelle zone urbane.
Assistens kirkegaarden Copenhagen (Denmark), Photo © Wikipedia
Grazie alla spinta del Belgio verso una gestione dei cimiteri più rispettosa dell’ambiente, alcune specie rare stanno riapparendo in queste aree e considerate specie naturali protette.
Il fattore emotivo inevitabilmente connesso ai cimiteri può comportare che qualsiasi carenza estetica venga immediatamente notata. E’ dunque necessario informare preventivamente i cittadini in merito all’aumento delle zone verdi tramite cartelli ben visibili. E’ inoltre necessario prendersi cura delle zone verdi dei cimiteri, ad esempio tagliando l’erba o curando i prati fioriti. Tre cimiteri hanno ottenuto il riconoscimento di “cimitero ecologico” dalla regione di Vallonia.
Il comune di Uccle è stato il primo in Belgio ad implementare la manutenzione ecologica dei cimiteri di Dieweg (2011) e Verrewinkel (2009). Queste zone, che si estendono rispettivamente per 3.24 e 10.44 ettari, hanno un ruolo fondamentale per il verde del sud di Bruxelles. Diverse specie di piante e animali hanno trovato rifugio in questi cimiteri ed è per questo importante che vengano tutelate attraverso tecniche sostenibili e piani d’azione ben pensati. Sono state svolte diverse azioni come parte dell’Agenda 21: i pesticidi e gli erbicidi sono stati proibiti in queste zone, il Poligono Giapponese viene rimosso regolarmente, la formazione degli addetti si incentra su metodi di lavoro più ecologici, viene utilizzato un sistema di rotazione per il mantenimento della terra, sono stati posizionati cespugli e piante tappezzanti, vengono sfruttati dei pozzi per raccogliere l’acqua piovana etc.
http://www.uccle.be/actualites/les-cimetieres-de-verrewinkel-et-du-diewe...
Agli inizi del 1800 per i cittadini di Copenhagen era tradizione fare picnic all’interno dei cimiteri. Durante una visita a Copenhagen nel 1827, il poeta svedese Karl August Nicander ricorda particolarmente il cimitero di Assistens: la sera ho fatto una passeggiata dalla Porta Nord al cimitero di Assistens per godere di un altro momento di quiete. E’ certamente uno dei cimiteri più belli d’Europa. Alberi pieni di foglie, distese di fiori, templi ombreggiati dai pioppi, tombe di marmo che sporgono dai salici piangenti e urne o croci racchiuse da arbusti di rose, il profumo e il canto degli uccelli, tutto ciò trasforma questo posto di lutto in un piccolo paradiso.
Il cimitero viene ancora usato come luogo di sepoltura ma è anche un’importante attrazione turistica e lo spazio verde più esteso e popolare del distretto di Nørrebro.
https://en.wikipedia.org/wiki/Assistens_Cemetery_%28Copenhagen%29
Photo © Flanders Environment Agency (VMM)
Si tratta di lastricati, lastre sigillate o pietre con giunti in cemento a volte usati nei viali di passaggio dei pedoni o ai piedi dell’arredo urbano (panchine, cartelli stradali, spazzature). Se le giunture sono rovinate, è possibile vi crescano delle erbacce. La soluzione migliore è sistemare le giunture.
Potrebbero essere utilizzate per tracciare l’accesso alle strade o i parcheggi. Passare il tosaerba dovrebbe essere sufficiente per mantenerle in ordine, sempre che vi sia spazio a sufficienza. Nelle zone più difficili da raggiungere si possono usare metodi di rimozione diversi, come spazzare o rimuoverle termicamente.
Ci sono numerosi campi sportivi e sarebbe un peccato se, a causa del ricorso all’uso di pesticidi, divenissero luoghi a rischio causa di malattie, a maggior ragione perché vengono frequentati da gruppi di persone particolarmente vulnerabili (ad esempio i bambini).
Photo © Flanders Environment Agency (VMM)
C’è ancora molto da imparare su come gestire i campi sportivi. Si potrebbe iniziare a lavorare chiedendo alle persone che li frequentano che cosa si aspettano da questi luoghi.
Terreni come i campi di bocce, i campi da tennis, i circuiti da corsa etc. sono spesso mantenuti mediante il loro utilizzo. A volte è necessario rimuovere le erbacce dalle superfici impermeabili con prodotti termici, getti ad alta pressione o spazzatrici.
Il principale problema si presenta nei campi erbosi. Gli sport spesso non sono in linea con le logiche agronomiche e orticole. Per gli addetti del settore diventa più difficile trovare una soluzione.
Al golf club di Naxhelet cerchiamo di non usare i pesticidi e sono due anni che non ne abbiamo più utilizzati. E’ una sfida molto difficile, soprattutto per un campo di golf. Qualsiasi problema deve essere affrontato in maniera naturale. L’unico prodotto che ancora usiamo è un particolare erbicida applicato localmente contro i cardi perché il campo da golf è nuovo e dobbiamo evitare che si diffondano ovunque. Vorremmo riuscire a non usare più questo prodotto entro due anni.
Frédéric Cahay, agronomo e capo della gestione del verde, Naxhelet Golf Club, Wanze, Belgio
Nel 2014 è stato assegnato un premio per aver contributo ad eliminare i pesticidi dai campi da golf danesi. Il premio è stato conferito con la collaborazione dell’Unione dei Golf Danesi, dell’Associazione Danese dei Greenkeepers, dell’Agenzia Danese per la Protezione dell’Ambiente, della Conservazione della Natura Danese, del Concilio Danese per l’Outdoor, dei diversi sport danesi.
Perché l’hanno ricevuto loro è piuttosto ovvio. ‘Nell’isola di Samsø, l’utilizzo di diserbanti nel campo di golf è stato sostituito con l’utilizzo di alghe marine e letame di polli, mentre le pecore si occupano di tenere i prati in ordine.
Al contempo, a Samsø il sistema d’irrigazione tipico di molti campi da golf è stato sostituito con sistemi di pompaggio più sostenibili ricaricati tramite energia solare.
Lasciamo che la natura cresca e diventi compagna piuttosto che nemica. Non possiamo continuare a pretendere di modellare la natura come vogliamo. Dovremmo invece lasciare che la natura ci sia d’aiuto’.
Thomas Friis Pihlkjær, capo della gestione del verde del Golf di Samsø
Secondo alcuni esperti la soluzione migliore sarebbe usare entrambi: l’erba sintetica per l’allenamento e l’erba naturale per i momenti di svago e le partite importanti. In ogni caso è bene che i due tipi di erba vengano mantenuti con metodi completamente diversi.
Ognuno di noi ha il diritto di vivere in un ambiente sano, privo di pesticidi. Allo stesso tempo, ognuno di noi è responsabile della salute e della bellezza dei paesaggi che ci circondano.
Ogni giorno, per esempio, scegliamo che cosa mangiare e decidiamo insieme come coltivare il nostro cibo, includendo o meno l’uso di pesticidi. Come cittadini possiamo agire individualmente o collettivamente per assicurarci che l’ambiente in cui viviamo sia sano e piacevole. Gli orti urbani comunitari e quelli familiari sono fra i più eccellenti esempi di spazi riconvertiti alla convivialità. E’ compito dei comuni aprirsi al dialogo con i cittadini per trovare soluzioni condivise e sviluppare proposte per spazi urbani liberi da pesticidi, dove si coltivino biodiversità e convivialità, per il benessere di tutti. Solo così avremo città dinamiche e rigogliose.
Carlo Petrini, Presidente di Slow Food, associazione no profit internazionale presente in più di 160 paesi
I cittadini hanno bisogno di essere informati fin dall’inizio della transizione a zona libera dai pesticidi e degli effetti di questa transizione. Se si trascura questo passaggio, può capitare si formi un’opposizione da parte dei cittadini, la quale potrebbe compromettere il progetto delle autorità locali. Inoltre, è importante che i residenti siano correttamente informati sui propri doveri in merito alla gestione degli spazi pubblici dei quali sono tutti responsabili, ad esempio i marciapiedi.
Park in Olat (Spain), a green meeting point. Photo © Eddy Zijlstra
Sia la Vallonia che le Fiandre propongono seminari e campagne di sensibilizzazione.
La municipalità di Accetaflore, in Francia, ha esaminato la reazione dei cittadini ai prati fioriti in città, assistendo le pubbliche amministrazioni nell’attuazione delle politiche di riduzione dei pesticidi,nella pubblicazione dei relativi comunicati e nelle spiegazioni.
L’ONG Flemish Velt offre diversi servizi ai cittadini e il loro sito contiene una serie di consigli per metodi di giardinaggio senza ricorrere ai pesticidi. Sono inoltre disponibili a rispondere a qualsiasi domanda dei cittadini in merito alla gestione delle zone libere dai pesticidi.
Velt ha recentemente iniziato una campagna per proibire di commercializzare i pesticidi con i privati.
Questo tipo di approccio è cruciale se si intende liberare la zona dai pesticidi...
Nataroga ha realizzato del materiale informativo per i cittadini che riporta le linee guida delle alternative ai pesticidi. Natagora utilizza l’etichetta “nature-network” che viene conferita ai luoghi pubblici che rispettano un regolamento di cinque punti fra i quali è incluso il divieto di utilizzare i pesticidi chimici. Questa etichetta viene esposta in maniera ben visibile come mezzo di comunicazione e sensibilizzazione per i passanti.
La ONG Apis Bruoc Sella, con il supporto di Brussels Ambiente, ha organizzato un ciclo di conferenze a Bruxelles sul tema delle zone urbane libere dai pesticidi, focalizzandosi sull’aspetto comunicativo di questo progetto nei 19 comuni di Bruxelles.
Le ONG possono inoltre aiutare ad illustrare i passaggi necessari affinché il progetto ecosostenibile abbia successo.
I cittadini non solo devono essere informati ma anche coinvolti. Anche loro infatti hanno un ruolo importante in questa transizione sia per quanto riguarda l’aspetto di sensibilizzazione sia per la pulizia dei marciapiedi.
Volunteers managing invasive alien species (Denmark), Photo © Commune of Furesø
Per garantire che la presenza di piante spontanee venga ben accolta dai cittadini occorre permettergli di piantare degli alberi ai piedi dei muri e nelle zone spoglie. Le zone verdi possono diventare ben organizzate e parte di un lavoro condiviso in caso ci siano idee diverse.
Rispondere alle lamentele può essere un buon metodo per coinvolgere, informandoli in merito ai problemi e affidandogli un ruolo attivo. E’ molto importante individuare una persona all’interno del progetto, formata e coinvolta, che gestisca questo tipo di problemi.
Team of gardeners in Watermael Boitfort (Belgium), Photo © Commune of Watermael Boitfort
Ed essere formati per poter gestire qualsiasi tipo di lamentela da parte dei cittadini. In questo modo potranno essere a capo della politica che regola la zona senza pesticidi.
A volte le lamentele dei cittadini possono mettere in luce problemi dei quali il consiglio comunale o i responsabili del progetto non sono al corrente. In questi casi occorre attuare nuove misure per risolvere questi problemi. Di frequente le lamentele sorgono da una mancanza di sensibilizzazione dei cittadini in merito al progetto. Una buona comunicazione fin dall’inizio è quindi essenziale.
Le lamentele non devono rimanere inascoltate. Bisogna rispondere ad ogni lamentela e, se necessario, analizzarle in modo da riorganizzare il lavoro dei gestori delle zone verdi. Non bisogna lasciare che queste lamentele intralcino la transizione a zone libere dai pesticidi.
Occorre tener presente che qualsiasi attività legata all’ambiente è portatrice di lamentele: ci saranno sempre persone scontente. Sarebbe un peccato interrompere la transizione, che garantisce migliori condizioni di vita per tutti, per le lamentele di alcune persone.
Come incoraggiare i giardinieri incaricati delle zone verdi a scegliere un metodo di lavoro che non preveda l’utilizzo dei pesticidi? E’ importante consentire che seguano un corso di formazione?
La responsabilità della gestione delle zone verdi potrebbe essere una prerogativa dei dipartimenti per l’ambiente, i lavori pubblici, le zone verdi, le strade, la società civile etc. Potrebbe essere necessario riorganizzare questi uffici, fissare incontri continui e regolare i ruoli di ciascun dipartimento per garantire un miglior coordinamento.
Apple orchard Parc Solvay (Belgium), Photo © Brussels Envionment (IBGE)
Molti comuni del Belgio stanno già facendo in modo che i diversi gruppi comunichino tra di loro e che collaborino per lo stesso obiettivo.
Sia gli organi decisionali che i giardinieri devono capire che i loro ruoli sono cambiati. Ai giardinieri verrà ad esempio richiesto di imparare nuove tecniche per la gestione delle zone pubbliche senza ricorrere all’utilizzo dei pesticidi.
Photo © Commune de Beersel
E’ importante spiegare che scegliere di evitare i pesticidi non significa fare un passo indietro bensì comporta, l’acquisizione di nuove tecniche e una possibilità di progresso. Alcuni giardinieri specializzati potrebbero pensare che le loro conoscenze siano messe in discussione; si tratta di far capire chele loro conoscenze possono invece essere utilizzate per imparare di più in materia di botanica .I giardinieri infatti potranno sfruttare le loro abilità nel riconoscere le piante e i loro problemi individuando velocemente la radice del problema. Andrebbe colta come un'opportunità per i giardinieri di imparare nuove tecniche, ad esempio un metodo diversi di falciare l’erba. Se da una parte alcuni potrebbero lamentare la necessità di utilizzare dei prodotti chimici, dall’altra invece potranno beneficiare del fatto di non dover lavorare con le maschere o le protezioni per il corpo.
Piuttosto che impartire istruzioni, il comune dovrebbe integrare i giardinieri nel processo di transizione fin dall’inizio. E’ importante utilizzare le loro competenze per riuscire ad eliminare i pesticidi in maniera efficiente. E’ inoltre fondamentale coinvolgere i lavoratori in seminari di formazione, organizzare visite presso i comuni vicini, favorire la comunicazione con gli altri giardinieri etc.
Controllate la mappa di PAN Europe per trovare le città vicino a voi che potrebbero darvi l’esempio e contattateci per qualsiasi domanda o per necessità di assistenza.
“FREDON Alsace, un sindacato di agricoltori professionisti, sta organizzando un percorso di sensibilizzazione dei cittadini nel comune di Alsace e sta supportando queste città per liberarsi dai pesticidi. Fin dall’inizio della transizione, gli agricoltori della regione di Alsace hanno supportato le città e i villaggi durante questo processo. Lo scopo principale degli agricoltori era, ed è tutt’oggi, ridurre l’uso dei pesticidi a livello globale. Hanno sviluppato le loro competenze, acquisite praticando tecniche alternative e ricorrendo ai pesticidi, forniti dalle autorità locali, solo quando necessario. Grazie a questa collaborazione tra gli agricoltori e le città, la transizione ha dato l’occasione alle autorità della regione di Alsace di creare nuove posti di lavoro. Gli agricoltori sono sempre stati e sempre saranno una risorsa fondamentale durante questo processo in cui ripongono grande fiducia”.
Philippe Roger, produttore di mele biologiche e succhi di frutta nella regione di Alsace, e membro di FREDON Alsace
Quando si parla dei costi di mantenimento delle città senza l’uso dei pesticidi bisogna ricordare che:
Entrambe le ricerche si sono focalizzate sui cambiamenti a breve termine, il che prevede investire in conoscenze, formazione e nell’acquisto di nuovi macchinari.
L’indagine tedesca condotta dall’ONG BUND a partire dal 2015 ha concluso che utilizzare i pesticidi si rivela spesso più economico che ricorrere a metodi alternativi che implicano costi aggiuntivi legati, ad esempio, alla formazione del personale e al costo dei macchinari;
L’indagine fiamminga svolta nel 2011 dall’Agenzia per lo Sviluppo dei comuni della zona di Kempen, nelle Fiandre in Belgio (IOK) ha indagato se il mantenimento delle città senza ricorrere ai pesticidi possa causare un lavoro aggiuntivo e i comuni hanno affermato che:
E’ importante decidere come e quando iniziare la transizione. La chiave per riuscire a mantenere gli stessi costi dipende da quando si inizia; chiaramente, prima si inizia più saranno contenuti i costi di mantenimento delle piante invasive.
Inoltre, occorre ricordare che le città che hanno già intrapreso questo percorso hanno avuto modo di identificare nuove tecnologie e di testarle. Condividendo queste esperienze con altri, il costo delle tecniche alternative potrebbe ridursi nel tempo.
Pertanto il nostro consiglio è quello di vedere i potenziali costi temporanei come un investimento per il futuro più sostenibile grazie all’impiego di nuovi metodi di lavoro etc. Il nostro pianeta ne ha bisogno.
PAN Europe intende aiutare a diffondere queste conoscenze e nuove tecniche e a riscoprire quelle già esistenti che possano supportare la transizione delle città in aree senza pesticidi. Abbiamo quindi realizzato un sito che riporta tutti i comuni in Europa che ci hanno raccontato la propria storia e il proprio percorso.
I pesticidi vengono considerati come la scelta a breve termine più economica mentre le conseguenze a lungo termine sull’uomo e sull’ambiente vengono ignorate. L’approccio più sostenibile non è quello di rimpiazzare semplicemente i pesticidi con tecniche alternative (biologiche o meccaniche) di rimozione delle erbacce. Occorre innanzitutto rivalutare approfonditamente la nostra visione dell’ambiente affinché qualsiasi cambiamento venga accettato (i cimiteri e i marciapiedi fioriti etc.).
L’esempio che viene dato dalle autorità sarà cruciale per permettere a tutti - cittadini e produttori - di essere coscienti che vi è un’urgente necessità di trattare il nostro pianeta in maniera responsabile e ragionevole.
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