Metodi & Tecniche

Guida per liberare le città dai pesticidi

Possibile grazie al supporto di:

Parte I – Perché’ > Quale > Chi > Che Cosa

Parte II - Metodi Preventivi

Parte III - Alternative Al Diserbante E La Gestione Delle Zone Pubbliche

Parte IV - Comunicazione E Sensibilizzazione

Parte V - I Costi

Parte I – Perché’ > Quale > Chi > Che Cosa

Storie e Principi #1
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Perché rendere le aree comuni libere da pesticidi?

Comporteràbenefici per:

  • ​L’ambiente: attraverso una riduzione dell’inquinamento (nell’aria, nel suolo e nell’acqua). Gli erbicidi utilizzati nelle zone urbane, e più specificamente su superfici impermeabili, sono la principale causa di inquinamento dell’acqua, con conseguenti spese notevoli per le autorità locali.
  • La biodiversità: gli insetti impollinatori ed altri insetti benefici per l’ambiente, microorganismi del suolo, uccelli, anfibi, animali e tanti altri.
  • I cittadini: protezione per i gruppi di cittadini più vulnerabili, una qualità della vita migliore per i residenti e per coloro che visitano la città e le sue zone verdi.
  • Lavoratori in parchi e nelle zone pubbliche: conseguenze sulla salute a breve e lungo termine dovute dall’esposizione ai pesticidi durante il lavoro.

​Abolendo l’uso di pesticidi in città vi sarà una proliferazione di piante spontanee. L’idea di lasciar lentamente crescere poche piante spontanee lungo le strade, i sentieri e nei cimiteri sta avendo sempre più popolarità. Si spera che, un giorno, si potrà vedere la natura crescere rigogliosa in città.
 

Rachel Carson, autrice di Primavera Silenziosa, 1962

“Più cose scopro sull’uso dei pesticidi, più questa situazione mi affligge. Ho così capito che c’era abbastanza materiale per scrivere un libro. Tutto ciò che aveva più valore per me in quanto naturalista era in pericolo e l’unica cosa che avrei potuto fare era scrivere questo libro”.

Storie e Principi #2
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Chi dovrebbe essere coinvolto nella scelta di rendere le città libere dai pesticidi?

Rendere le città libere dai pesticidi - nel vero senso della parola –necessita che tutti i membri della società, inclusi i cittadini, le associazioni sportive e le regioni, si impegnino in questo intento. E’ fondamentale che i politici e i responsabili delle decisioni politiche facciano il primo passo. E’ solo mostrando la strada che anche altri seguiranno, tutti nella stessa direzione.

 

Questa ricerca riporta una serie di buoni esempi di città, utili linee guida e dimostrazioni di come altri possano garantire il processo necessario per diventare liberi dai pesticidi.

Potete inoltre guardare il video della nostra conferenza per farvi un’idea di che cosa è già stato fatto in Europa.

 

Alle figure politiche di tutte le città europee che condividono l’idea e la visione di che cosa vorrebbe dire poter condurre in futuro una vita libera dai pesticidi:

Noi, piccole, medie e grandi città in tutta Europa abbiamo la responsabilità di proteggere la salute dei nostri figli e nipoti. Uno dei nostri compiti è quello di rendere le città libere dai pesticidi. Suona come una dichiarazione ma in realtà si tratta di una di quelle cose che possiamo promuovere come una politica e, a livello di budget, richiede il minimo sforzo.

Noi della città di Haaren, in Provincia di Brabant in Olanda, l’abbiamo dimostrato in questi ultimi anni. Siamo una piccola cittadina di soli 14.000 abitanti ma il nostro territorio è molto grande. Abbiamo molti agricoltori, abbiamo un’enorme agroindustria di frutteti. Siamo quattro piccoli villaggi che insieme formano una città.

I nostri cittadini vivono da sempre a contatto con la “terra” ma, al contempo, per molti anni, non è stato fatto nessun programma in merito alla sostenibilità e all’ambiente.

Ci siamo quindi posti uno scopo. Un semplice scopo. Abbiamo semplicemente comunicato a tutti l’importanza di mantenere gli spazi urbani liberi dai pesticidi: abolire l’utilizzo di pesticidi nei campi sportivi, nei parchi etc. In altre parole, una città libera dai pesticidi per i nostri cittadini, i loro figli e nipoti, per oggi e per il futuro.

Abbiamo semplicemente trasformato il nostro scopo in una sfida per le industrie e i laboratori della città, una sfida per coloro che gestiscono i campi sportivi e coloro che li utilizzano e una sfida per la salute dei nostri stessi cittadini.

Abbiamo dichiarato che il 1 gennaio 2015 sarebbe stata la data limite e che NON sarebbe stata cambiata per nessuna ragione. Non perché NOI lo volessimo in qualità di politici e amministratori, ma perché NOI lo volevamo in quanto parte di quei 14.000 cittadini che vivono nella nostra città.

Laboratori, gruppi di lavoratori e molti volontari si sono impegnati per cercare delle alternative all’utilizzo di pesticidi. Sono state elaborate diverse procedure di mantenimento, utilizzando rimedi naturali per controllare la crescita di piante spontanee etc.

Per cercare di rimanere coerente con questa decisione politica, ho dovuto convincere le persone che potevamo fare la differenza per il nostro futuro. Questo è stato facile. Ho dovuto farlo in 50 posti ma questo è stato il minore dei mali. Qualcosa si stava muovendo e stava crescendo… le persone hanno iniziato a capire che si trattava di un cambiamento necessario.

Nel mio discorso ho usato la canzone di Peter Gabriel per suscitare nelle persone che mi stavano ascoltando l’entusiasmo per quello che stavamo facendo.

“Puoi spegnere una candela ma non puoi spegnere
un fuoco; una volta che la fiamma si anima,
il vento le farà soffiare più in alto.”

Noi abbiamo fatto in modo che succedesse sei mesi prima che venisse pianificato.

Contatto: Eric van den Dungen - vandendungen@home.nl - +31653144157

Storie e Principi #3
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Quali sono i passaggi necessari per diventare una città libera dai pesticidi?

I passaggi principali sono:

  • Pianificare la transizione
  • Raggruppare diversi stakeholders per una discussione
  • Comunicare prima di agire
  • Fare un inventario di tutti i siti
  • Procedere un passo alla volta

Pianificare la Transizione

L’amministrazione pubblica deve pianificare la transizione impostando le linee guida e i documenti di esempio per le amministrazioni locali e deve coinvolgere i partners, in particolar modo i giardinieri, e fornire consigli tecnici per la transizione.

Molti governi nazionali e/o regionali stanno già supportando la transizione, per esempio:

Nelle Fiandre:

  • L’agenzia Ambientale delle Fiandre ha sviluppato una campagna “zonderisgezonder” per incoraggiare una buona struttura e un continuo progresso.
  • L’organizzazione Vereniging voor openbaar groen (VVOG) ha un ruolo centrale nell’applicazione del progetto in quanto assiste i comuni durante la transizione per proibire l’uso dei pesticidi nelle aree urbane. Organizzano eventi, visite, conferenze, corsi e molte altre attività.
  • Inverde è un’importante organizzazione che illustra i caratteri chiave per l’amministrazione di una città nella quale non vengono usati pesticidi nelle zone urbane.

A Vallonia:

  • Il Servizio Pubblico di Vallonia (SPW) ha avviato una campagna, delineato diverse linee guida e stabilito dei livelli di tolleranza per il controllo delle piante infestanti.
  • Il Pôle de gestion differenciée ha delineato una guida che possa servire come fonte di spunto.
  • Attraverso dei brevi film, Adalia si occupa di comunicare ai cittadini la possibilità di non utilizzare più i pesticidi e le difficoltà che devono essere affrontate.

Esiste anche FEREDEC Bretagne, una guida alternativa all’utilizzo di pesticidi chimici nei comuni. Questa guida fornisce dettagli riguardo alla transizione e strategie di comunicazione. Offre una lista di pro e contro su tutti i diversi tipi di erbicidi, così come i loro diversi costi.

 

Alcuni parchi e zone verdi di Bruxelles sono controllate da Bruxelles Ambiente

Bruxelles Ambiente, l’amministrazione regionale di Bruxelles, controlla 2210 ettari di terra, inclusi 400 ettari di parchi, 1685 ettari di foreste e 125 ettari di riserve naturali (Fonte: Report on the state of the environment, 2001). In totale, si tratta dell’80% dei parchi, giardini e boschi accessibili alla popolazione della capitale di Bruxelles (2779 ettari). Negli ultimi vent’anni, queste zone sono state regolate secondo un approccio diverso e rispettoso dell’ambiente che ne consente l’utilizzo da parte della popolazione per motivi sociali, ricreativi, educativi, estetici e ambientali.

Molte zone verdi consistono in percorsi pedonali e piste ciclabili, zone per lo sport e panchine dove le persone possono rilassarsi. Si tende a privilegiare una gestione degli spazi più rispettosa per l’ambiente, dove la natura più crescere rigogliosamente senza l’utilizzo di pesticidi. Questo metodo favorisce la crescita di piante spontanee, stagni naturali, boschi selvaggi e rifugi per diversi animali, tutelando in tal modo la biodiversità.

In alcune zone verdi nel centro città, questa gestione “naturale” degli spazi non può essere implementata. Nei piccoli parchi - molto popolari e principalmente utilizzati per socializzare - e nei parchi storici del centro ,che attraggono i turisti per il loro patrimonio storico, viene privilegiata l’orticoltura. Una squadra di tecnici (circa 80) mette a disposizione le proprie conoscenze per trovare metodi alternativi all’utilizzo di pesticidi. I numerosi parchi giochi sono sempre gestiti da Bruxelles Ambiente e liberi dai pesticidi. Questa filosofia è stata adottata molto prima della Regolazione dei Pesticidi, la quale ha ufficialmente proibito l’utilizzo di questi prodotti fino a 10 metri di distanza da queste zone, che sono spesso frequentate da persone a rischio di esposizione.

I 2000 siti naturali, le riserve naturali e le foreste - soggette a specifiche misure di protezione per motivi legati alla conservazione della natura - sono da tempo libere dai pesticidi. Questo divieto è stato formalizzato nella Regolazione della Natura il 1 Marzo 2012 e riaffermato nella Regolazione dei Pesticidi il 20 luglio 2013.

20 anni di coordinazione ecologica… S Kempeneers

Comunicare la transizione ai cittadini

Un crescente numero di comuni sta usando il proprio sito internet per comunicare ai cittadini la transizione per diventare “liberi dai pesticidi”. Tra questi comuni vi è:

  • La città di Eupen, in Belgio, sta facendo una campagna per informare i cittadini che proibendo i pesticidi si tutela la salute pubblica e quella dell’ambiente. Stanno inoltre diffondendo la consapevolezza che esistono già delle alternative più sostenibili ai pesticidi.
  • La città di Rennes, in Francia, sta portando come prova delle immagini molto chiare che denunciano la necessità dismettere di spruzzare erbicidi.
  • La città di Strasburgo, in Francia, è diventata libera dai pesticidi a partire dal 2008. Sul sito internet della città sono stati pubblicati diversi suggerimenti per chiunque voglia intraprendere questa transizione.
  • Molte città fiamminghe (es. Poperinge, Knokke-heist, Assende, Kampenhout, Anzegem, Dondermonde, Evergem, Maasmechelen, Herentals, Keerbergen, Heuvelland, Londerzee), utilizzano il proprio sito internet per informare i cittadini sui punti chiave della transizione.
  • La città di Lens, in Belgio, ha pubblicato una dettagliata comunicazione sulla propria homepage spiegando ai cittadini che il crescente numero di erbe spontanee nelle zone urbane non è dovuto ad una scarsa gestione comunale bensì ad una scelta di vietare l’uso dei pesticidi e di un nuovo modo di organizzare gli spazi pubblici.
  • La città di Alken, in Belgio, ha usato la propria homepage per far conoscere ai cittadini metodi alternativi e sostenibili di giardinaggio senza dover ricorrere ai pesticidi.
  • Alcuni comuni in Danimarca, fra i quali Alleroed, hanno invitato i cittadini a unirsi ad una campagna locale per trasformare insieme la città vietando l’uso dei pesticidi. Hanno inoltre organizzato dei corsi di giardinaggio, offrendo delle targhette da esporre nei giardini nei quali non vengono utilizzati pesticidi.
  • Il comune di Hasselt dispone di un giardino dimostrativo pilota all’interno del campo di Kiewit.

Molte città usufruiscono dei quotidiani locali per informare i residenti sulla transizione, per esempio:

  • La città di Watermaal Boosvoorde ha dedicato una buona parte della newsletter del mese di aprile 2015 per comunicare ai cittadini l’intenzione di proibire l’uso dei pesticidi in città, sottolineando l’importanza del ruolo rivestito dai giardinieri locali.
  • La città di Bruges, in Belgio, ha lanciato un progetto nel 2010 affinché i cittadini contribuissero nell’opera di rimozione delle erbe spontanee dai marciapiedi. A tale scopo, hanno realizzato un volantino per comunicare i metodi più rispettosi dell’ambientale e sostenibili. Nel mese di marzo sono stati distribuiti gratuitamente giornali locali con articoli che ricordassero a tutti i cittadini il loro dovere civile.
  • Un sindaco particolarmente innovativo ha realizzato un documentario intitolato “Addio Pesticidi” per diffondere fra tutti i cittadini della città francese di Alençon l'importanza della transizione.

Un numero di comuni sia in Danimarca che in Olanda stanno unendo le forze con le compagnie idroelettriche per convincere i cittadini a smettere di utilizzare i pesticidi. Per un buon esempio, vi consigliamo di vedere il video di Rien Kippen.

Parte II - Metodi Preventivi

Storie e Principi #4
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Quali sono i metodi principali per prevenire la crescita di piante spontanee?

Gli erbicidi sono fra i pesticidi più usati nelle zone urbane. Per poter rendere la città libera dai pesticidi, è importante riconoscere la necessità di rimuovere le erbe spontanee: si può permettere la presenza di flora spontanea in certe zone? Ne deriverebbero conseguenti problemi in termini estetici, di sicurezza (suolo scivoloso, problemi di visibilità etc.) o di salute pubblica (allergie al polline, irritazioni della pelle dovute dalle piante)?

 

 

Occorre privilegiare metodi preventivi all’utilizzo di tecniche che contrastano la crescita di erbacce. E’ importante organizzare, adattare e riadattare le zone pubbliche al fine di ridurre la crescita di vegetazione selvatica e permettere l’utilizzo di metodi alternativi per combattere le erbacce.
 

I metodi principali che riducono la necessità di diserbanti sono:

  • Evitare l’indurimento del suolo?
  • Concentrarsi su zone di dimensioni non troppo grandi ed estese?
  • Scegliere zone adatte: non gli angoli, zone di passaggio dei pedoni, ciclisti e delle macchine?
  • cegliere delle superfici appropriate e materiali che limitano lo sviluppo della vegetazione in zone in cui è necessario avere delle superfici dure (prestare attenzione al coinvolgimento delle zone impermeabili e degli effetti successivi in caso di allagamento). Particolare attenzione deve essere prestata per le zone in cui le erbe infestanti possono crescere (nei punti di congiunzione dei marciapiedi e dei muri, nei cigli delle strade, nelle reti di trasporti pubblici, in prossimità di lampioni, di cartelli stradali etc.)
  • Le distese e le zolle d’erba coprono o riducono la superficie di zone in cui è necessario rimuovere le erbacce, facilitando la copertura di luoghi come i sentieri nei parchi, i sentieri cementati e i parcheggi.
  • L’uso di ghiaia relativamente tagliente nei percorsi pedonali consente, con il passaggio dei pedoni, di prevenire la crescita di erbacce.
  • Nei giardini ornamentali piantare vegetazioni fitte e usare la pacciamatura e la copertura vegetale del suolo (vedi parti 4 e 5 per maggiori dettagli su queste due tecniche).
  • Usare prati fioriti. Queste zone contribuiranno a mettere in risalto certi punti strategici (come al confine con i comuni). Scegliere bene i tipi di piante, considerando la natura rustica dell’ambiente e i suoi valori (es. Evitare piante invasive e preferire piante che attraggono gli insetti impollinatori), e le dimensioni estetiche. Potrebbe qui essere utile il supporto dei cittadini (vedi parte 6).
  • Diversi metodi di mantenimento dei campi sportivi al fine di eliminare la necessità dei diserbanti (vedi parte 13).
Storie e Principi #5
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Che tipo di pacciamatura bisogna prediligere?

La pacciamatura è una buona soluzione ma non sempre è duratura. E’ meglio prediligere una zona con fitta vegetazione o delle piante tappezzanti.

Photo ©

Se si intende ricorrere alla pacciamatura, prima di scegliere un adeguato materiale sostenibile bisogna considerare:

  • Lo stato del suolo
  • La composizione della pacciamatura
  • L’impronta ecologica della pacciamatura
  • L’impatto che la pacciamatura potrebbe avere sulla qualità e la struttura del suolo dopo qualche anno. Potrebbe favorire la crescita di altre erbacce, anche in scala maggiore?
  • Il miglior tipo di pacciamatura in base alla zona in questione. Una tipologia di pacciamatura che si abbina ad una zona non si abbina necessariamente ad un’altra in quanto potrebbero cambiare i vincoli tecnici e ambientali
Storie e Principi #6
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Quali sono le migliori piante tappezzanti?

Con l’utilizzo di piante tappezzanti si riducono le difficoltà di mantenimento di zone difficilmente raggiungibili, come gli argini o la base di alberi e arbusti. Le piante tappezzanti consentono una migliore permeazione dell’acqua piovana e limitano l’erosione stabilizzando il suolo, oltre ad essere esteticamente apprezzabili e a migliorare il panorama.

Photo ©

 

Prima di piantare, considerare bene il tipo di suolo, l’esposizione, la disponibilità d’acqua e l’effetto che si intende ottenere, sia visivamente che fisicamente.

Le piante tappezzanti hanno bisogno di espandersi facilmente senza diventare infestanti (non avrebbe senso sostituire delle erbacce con altre). Bisognerebbe evitare a tutti i costi le specie invasive esotiche (es. Cotoneaster horizontalis) a favore di specie autoctone che si adattano alle condizioni locali, agevolando il mantenimento della biodiversità. In zone con necessità ornamentali possono essere piantate specie non autoctone (coltivate, varietà ortoculturali esotiche etc.) purché non diventino invasive e diano un contributo alla fauna locale (fiori, frutti, insetti impollinatori, nettare etc.).. Per le superfici particolarmente estese andrebbero favorite specie autoctone o prati fioriti.

Storie e Principi #7
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Si possono avere prati fioriti ovunque? Come far si che i prati fioriti vengano accolti dai cittadini?

I prati fioriti sono caratterizzati da diverse piante annuali e perenni che permettono una fioritura costante durante tutto l’anno. Sono solitamente seminati ma posso anche essere spontanei. Nel caso siano spontanee si limitano i rischi legati all’introduzione di specie invasive o di varietà ornamentali di poco interesse ambientale ed è richiesto minore lavoro.

Photo © Josephat park, Schaerbeek

 

I prati fioriti vengono solitamente piantati in prossimità di vaste superfici, consentendo di risparmiare tempo, o in piccole zone in cui è difficile rimuovere le erbacce, come ai piedi degli alberi.

 

È importante considerare i seguenti punti affinché i prati fioriti siano accettati:

  • Iniziare da una o due zone ed individuare le ragioni a sostegno dell’iniziativa, ad esempio i benefici di questi prati per la biodiversità, gli insetti impollinatori (api, farfalle) e il paesaggio.
  • Selezionare piante autoctone che favoriscono la presenza degli insetti impollinatori. Prestare attenzione perché certi preparati commerciali includono anche varietà orticole delle specie autoctone (es. fiordaliso) che non attraggono questi insetti.
  • Evitare inizialmente le zone di passaggio dei pedoni, zone troppo ombreggiate o secche, zone di rilievo etc. Approcciare queste zone in un secondo momento, quando i cittadini si saranno abituati all’idea di avere dei prati fioriti e i gestori del verde pubblico saranno sufficientemente formati.
  • Rifinire i bordi dei prati fioriti in modo tale che i cittadini abbiano la sensazione che queste zone siano ben mantenute e non il risultato di trascuratezza da parte del comune. Questo è l’aspetto più importante quando si decide di utilizzare i prati fioriti spontanei. E’ inoltre opportuno esporre qualche cartello esplicativo.
  • Scegliere un giusto mix di tipologie di piante per una buona fioritura durante l’anno. Alcuni mix commerciali contengono varietà orticole che prolungano il momento della fioritura fino al primo gelo.
  • Riseminare o seminare abbondantemente e frequentemente i prati fioriti in modo da assicurare che mantenga tutte le loro qualità.
  • Falciare la zona una volta o due all’anno, assicurandosi che l’erba tagliata venga rimossa (in modo da evitare che il suolo non sia eccessivamente arricchito).

I prati fioriti nel parco di Josaphat, a Schaerbeek, in Belgium

Nel parco di Josaphat, a Schaerbeek, i prati fioriti venivano inizialmente collocati in aree troppo difficili da falciare, per esempio in zone scoscese o in zone limitate da percorsi d’acqua. Questo parco è stato considerato il migliore di tutto il Belgio nel 2014.

Tuttavia, non è sempre stato facile; il responsabile del parco, Zied, deve infatti rispettare determinate regole sui parchi storici, incoraggiare trattamenti senza pesticidi, gestire le pratiche ele esigenze agronomiche e affrontare le eventuali lamentele. Per farlo, Zied ritiene molto importante rendere nota l’importanza dell’attenzione per la tutela ambientale all’interno del parco, sia esponendo cartelli sia fornendo informazioni ai cittadini. Zied aggiorna annualmente il regolamento di gestione del parco, cercando di ridurre quanto più possibile l’impatto ecologico e tenendo in considerazione le condizioni degli addetti agli spazi verdi.

Storie e Principi #8
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Con quale politiche di gestione degli spazi verdi si riesce a promuovere la presenza di api e degli insetti impollinatori?

Le api, come altri insetti impollinatori hanno bisogno di un habitat specifico (legno decomposto, rami cavi, cumuli di terra, terreni rocciosi etc.), di nutrimento (polline e nettare proveniente da diverse varietà di fiori), e di un ambiente incontaminato.

Photo © Natuurpunt

 

La presenza di diversi insetti impollinatori ha un impatto importante sulla biodiversità, sia delle piante che di insetti, volatili, anfibi, mammiferi etc. Gli insetti impollinatori hanno un ruolo fondamentale nel ciclo del cibo in quanto contribuiscono alla riproduzione di gran parte delle piante coltivate (grano, frutti etc).

 

Ci sono diversi elementi che favoriscono la presenza continua degli insetti impollinatori:

  • Fiori e piante in generale, preferibilmente specie autoctone, prati fioriti (vedi punto precedente), siepi etc.
  • L’eliminazione di varietà orticole complesse o esotiche che non producono nettare o polline o la quale morfologia non attrae gli impollinatori.
  • Piante di ceppo e specie diversa: scegliere piante che ospitano i millepiedi per attrarre le farfalle (es. Ortica, ortica bianca, piante amare).
  • Lunghe stagioni di fioritura che assicurano la continua presenza di cibo (dai primi inizi della primavera fino all’arrivo dell’inverno).
  • Accessibilità agli appropriati habitat: cumuli di terra, sabbia, legna e fascine, tunnel (tronchi perforati), rami etc.
  • Basso inquinamento acustico (per gruppi di api solitarie che nidificano tra le zolle d’asfalto).
  • Specifiche informazioni da parte dei fornitori di piante ornamentali che dichiarano che le piante non sono state trattate con pesticidi durante la crescita.
  • Attenta selezione di semi che non siano stati trattati con fungicidi.

Il sito francese e olandese vivelesabeilles.be riassume chiaramente sia tutte le attività svolte sia quelle in corso in diversi ambiti (municipali, regionali etc.).

 

Intervista con Veerle Leroy, Consigliere locale incaricato degli spazi verdi, Consiglio Belga

 

Quali vantaggi porta il divieto dei pesticidi nelle zone urbane, in città o nei paesi?

Ci sono più api grazie alle presenza dei fiori e c’è meno erba da tagliare. Questo è il nostro slogan: ”più api, meno erba da tagliare”. Vuole anche dire meno rifiuti di giardino da compost. Ci siamo concentrati molto sulle api e abbiamo elaborato un progetto che stiamo presentando in molte località delle Fiandre. E’ un progetto unico.

Abbiamo condotto uno studio nel nostro comune e insieme a degli esperti abbiamo identificato le varietà di api presenti. Con i risultati di queste analisi abbiamo realizzato un progetto adatto a tutte le zone verdi del comune.

 

Com’è stata gestita la diminuzione dei pesticidi e quali sono stati i principali incentivi a farlo?

Le principali motivazioni sono state la protezione dell’ambiente e dei cicli di vita, come le sorgenti d’acqua e la salute pubblica. Le principali difficoltà si sono presentate quando si è trattato di cambiare il modo di pensare delle persone, solitamente molto conservatrici. Abbiamo cercato di creare più consapevolezza perché quando le persone vengono informate possono accettare i cambiamenti con maggiore facilità. Alcuni lavoratori del Consiglio hanno partecipato al seminario presso San Nicolò, nelle Fiandre, dove sono stati fatti molti progressi, soprattutto grazie alla divulgazione di informazioni.

Una buona campagna comunicativa è essenziale per convincere i cittadini! Il prossimo passaggio sarà convincere i cittadini ad applicare le stesse pratiche anche nei loro giardini. Stiamo facendo progressi, un passo alla volta.

Storie e Principi #9
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Dove trovare le giuste piante e i giusti semi che consentano un'adeguata copertura del suolo e che gli spazi verdi possano essere riutilizzati per altri scopi?

La soluzione migliore sarebbe produrli in loco e assicurare che nel frattempo vengano osservati tutti i regolamenti per l’utilizzo dei pesticidi.

Photo © Courtesy of Commune de Beersel

Inoltre, la coltivazione svolta dai giardinieri locali ha i seguenti vantaggi:

  • Utilizzando i semi locali (di propria produzione o di varietà locali e provenienti da produttori della zona) si dispone di piante adatte all’ambiente e al clima.
  • Rispetto per l’ambiente durante la produzione di piante e di semi che verranno poi utilizzati negli spazi verdi del comune.
  • Coinvolgimento dei giardinieri della zona: in questi modo, si sentiranno parte della transizione per cessare l’uso di pesticidi. Contribuendo al processo produttivo, i giardinieri locali conoscono la provenienza di piante e semi.

Serre nella città di Namur, Belgio

A Namur ogni anno vengono coltivate 140,000 piante nelle serre delle zone verdi della città. Le piante annuali possono essere direttamente coltivate dai giardinieri incaricati delle zone verdi locali seminando o tagliando, o, in alternativa, come piccole piantine che vengono poi travasate.

I giardinieri hanno iniziato a controllare le malattie e i parassiti fin dal 2001. La principale ragione era la salute del personale. L’utilizzo di misure di controllo secondarie (insetti che sono parassiti per altri insetti nocivi) comportava sforzi troppo impegnativi; per questo si è deciso di selezionare metodi più naturali. Negli ultimi due anni, i giardinieri sono ricorsi all’uso di fertilizzanti a base di equiseto, ortica, felci etc. In questo modo, è possibile tenere sotto controllo parassiti e, al tempo stesso, aumentare la resistenza delle piante verso malattie e parassiti.

Fonte: Muriel Guyot, Consulente per l’Ambiente per la città di Namur

Vivaio Ecoflora a Halle, in Belgio

Ecoflora è un vivaio fuori dal comune: coltiva infatti solo piante destinate a parchi e giardini che vengono gestiti nel rispetto dell’ambiente. Abbiamo 500 specie autoctone, molte delle quali sono perenni, e circa 120 piante aromatiche e varietà tradizionali di verdura. Offriamo anche una varietà di bulbi biologici, soprattutto di specie autoctone.

Sebbene le piante selvatiche siano la nostra passione e la nostra specialità, offriamo anche un numero di piante non autoctone che possono essere di supporto per le zone verdi. Cerchiamo quanto più possibile di usare piante coltivate localmente.

Offriamo supporto per la coltivazione e gestione di prati fioriti. Abbiamo 19 anni di esperienza in questo campo. I nostri prodotti, composti unicamente di specie autoctone e specie selvatiche, possono adattarsi a diverse situazioni e luoghi.

Ecoflora collabora con i dipartimenti per l’ambiente di molti comuni del Belgio.

Fonte: Olivier Gengoux,Ecoflora

Vivaio La pousse qui pousse a Saint-Gilles, Bruxelles, Belgio

Crediamo nell’importanza di coltivare in loco le piante per gli spazi verdi per le seguenti ragioni:

Formazione: un piccolo spazio per la produzione locale contribuisce a formare i giardinieri sui metodi di coltivazione biologica. Possono poi sfruttare la conoscenza ottenuta durante la formazione per selezionare, seminare e infine piantare.

Motivazione: vedere tutto il processo, dal seme alla pianta, nelle zone pubbliche permette di rafforzare il legame, soprattutto se i medesimi giardinieri sono coinvolti nell’intero processo.

Ecologicamente: le piante coltivate sono spesso autoctone e si adattano alle condizioni della loro zona, sono più resistenti e non richiedono l’uso di prodotti chimici. La produzione locale ha inoltre un impatto molto positivo per l’ambiente perché si salta la fase del trasporto delle piante.

Fonte: Filippo Dattola, La pousse qui pousse

Parte III - Alternative Al Diserbante E La Gestione Delle Zone Pubbliche

Storie e Principi #10
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Is it necessary to use weedkiller?

Dopo aver valutato la situazione, sarà chiaro che ci sono zone che, gestite correttamente, non richiedono l’utilizzo di diserbanti.

Photo © City of Bruges

 

  • Un sentiero di pietra può essere sostituito con un sentiero di erba tagliata
  • Nelle zone meno frequentate si può lasciare che l’erba cresca prima di tagliarla una o due volte all’anno.

Questo significa che si può dedicare maggior tempo e lavoro ad altre zone di prestigio, come i giardini comunali, i monumenti, i siti storici etc, in cui il diserbo è necessario.

Per quanto questo principio possa sembrare sensato per i gestori degli spazi pubblici, può capitare che i cittadini non ne colgano l’importanza: per questo è cruciale un’accurata comunicazione (vedi parte comunicazione).

 

I pedoni, i ‘tosaerba umani’

Invece di obbligare i pedoni a camminare lungo i sentieri, i gestori del parco Josaphat hanno deciso di utilizzare il passaggio dei pedoni per mantenere la crescita dell’erba controllata. Di conseguenza, non ci sarà più bisogno di sprecare tempo a cercare di indirizzare i pedoni lungo i sentieri né di tagliare l’erba o usare diserbanti. Come dice Filip, coinvolto nella gestione del parco di Schaerbeek, “il nostro lavoro non consiste nel bloccare i sentieri ma nell’ aprirli”.

Storie e Principi #11
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Quali sono gli ultimi sviluppi dei diserbanti non chimici?

Ci sono diversi metodi di rimozione delle erbacce in base al tipo di suolo, l’estensione della zona e la sua accessibilità. I principali metodi per rimuovere le erbacce sono meccanici (spazzole, tagliaerba, getti d’acqua) e termici (fiamma diretta, aria calda, infrarossi, acqua calda, vapore). Di recente c’è un ritorno alla zappa e una tendenza a formare dettagliatamente gli addetti degli spazi verdi, al fine di individuare velocemente le erbacce. La spesa iniziale richiesta è molto limitata e i risultati sono incredibilmente promettenti.

Il golf di Samsoe (Danimarca) – Photo © Thomas Friis Pihlkjær, chefgreenkeeper Samsø Golfklub 

 

​La ricerca in atto è volta a valutare i metodi più efficienti e a svilupparne di nuovi, che vengono presentati e discussi durante i seminari.

Il progetto di ricerca STERF, insieme ai parchi del Nord e al settore del golf, le università, le istituzioni di ricerca e le autorità ha dichiarato sul proprio sito internet ‘di assicurarsi che le attività di ricerca e sviluppo importanti per la lotta integrata dei pesticidi (IPM) siano coordinate ed eseguite e che venga trasmessa una maggiore conoscenza’.In merito a ciò, è stata recentemente elaborata una guida che riporta le ricerche degli ultimi 30 anni sul controllo delle superfici erbose nei paesi nordici. La guida include consigli per diverse varietà di pendici erbose, prati, campi da calcio e da golf.

Storie e Principi #12
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Come si combattono le specie aliene invasive?

Le specie aliene invasive sono piante che crescono anche in altre zone rispetto a quella di loro origine, intaccando la flora locale.

Photo © R Tanner, CABI , UK

Punti chiave:

  • Evitare di introdurre nuove specie e dare priorità alle piante autoctone
  • Controllare l’origine del terriccio ed evitare di utilizzare terriccio contaminato
  • Identificare le specie invasive e lavorare alla radice
  • Limitare la diffusione

Esistono due strategie principali per combattere le piante invasive: la prevenzione e il controllo. La prevenzione prevede che venga proibito di introdurre nuove specie, mentre il controllo consiste nel monitorare la crescita di certe specie o nella loro eliminazione. Prevenire è sempre più facile e meno costoso.

 

Eliminare la panace - esperienza di Lyngby-Taarbaek e Copenhagen, Danimarca

Nel 2014 la città di Copenhagen ha deciso di smettere di trattare la panace con i diserbanti a favore di un metodo che ne prevede il taglio o l’estirpazione . Nel 2010, l’ONG danese Consiglio Ecologico, un membro di PAN Europe, ha realizzato una campagna in cui sottolinea l’urgente necessità di prevenire e trattare tutte le piante invasive di diversa specie, affermando “non occorre ribadire che più si lascia che le piante invasive si diffondano, maggiore sarà il danno ambientale e più costosi saranno i trattamenti e la prevenzione futura. L’efficacia dei controlli dipende da quando e come si è iniziato a trattarle. L’esperienza dimostra che è molto più economico prevenirle che combatterle e che i trattamenti sono tanto più economici quanto prima vengono implementati. L’esperienza del comune di Lyngby-Taarbæk dimostra che la panace può essere sradicata, in modo che non ci sia più bisogno di monitorarla o controllarla”. Nella città di Lyngby-Taarbaeh la panace è stata totalmente estirpata grazie ad un gruppo di volontari che hanno collaborato con l’ONG Consiglio Ecologico!

La città di Copenhagen ha dunque fatto ricorso all’ONG per liberare la città dalla.

Hans Nielsen, capo del gruppo di lavoro per questo compito, afferma:

“La panace non è ancora stata sradicata dalla città di Copenhagen ma ci siamo vicini. Inizialmente non tutte le zone erano state incluse nel progetto. Di conseguenza lo sradicamento o il trattamento alla radice è iniziato solo pochi anni fa. Ma i progressi sono chiari: in 3-5 anni non ci saranno più panace”.

Tenere la panace sotto controllo - l’esperienza del comune di Ballerup, Danimarca

Tra il 2010 e il 2016 il comune di Ballerup ha adottato un piano d’azione che prevede il monitoraggio della panace attraverso l’utilizzo di controlli meccanici e manuali fra i quali la rimozione delle radici e dell’ombrella, il rivestimento con la plastica, la combustione via gas e il pascolo.

Gruppi di volontari si sono attivati per rimuovere la panace dal territorio dei propri comuni. Ad oggi ci sono cinque gruppi composti da 2 o 7 persone. Il comune fornisce i mezzi (vanghe e guanti) e organizza gli incontri iniziali e finali per parlare del piano d’azione, di nuovi metodi di controllo e dei problemi affrontati durante la stagione trascorsa per rimuovere le panacee. Pranzo e cena del giorno di inaugurazione sono offerti dal comune.l

L’eliminazione del Poligono del Giappone dalla riserva naturale di Scheutbos, Belgio

Tra marzo e ottobre un gruppo di volontari si è occupato di rimuovere il Poligono del Giappone due volte alla settimana. Dopo due anni, la rimozione della panace dalla zona trattata ha lasciato spazio per varietà autoctone (rovi, equiseti, avena, piante aromatiche etc.).

Fonte: http://www.scheutbos.be/91PlanGestion.htm

Altri metodi per trattare le specie aliene invasive:

  • A Washington, hanno usato le capre per rimuovere il Poligono del Giappone, che era stato inizialmente introdotto come mangime.

L’organizzazione di un sistema di trattamento nelle zone infestate dalle piante invasive.

  • Idee su come mappare la presenza di specie aliene invasive:
  • Molte città della Danimarca si rifanno alla Direzione delle Strade Danesi che controlla le strade in tutto il paese mappando le specie aliene.

Observations.be o Waarnemingen.be hanno fondato le ONG Natagora (Fr) e Natuurpunt (VI)

Il sito è uno strumento partecipativo dove le persone possono inserire le proprie osservazioni in merito a insetti, volatili, mammiferi, piante etc. C’è un sistema costantemente implementato che riguarda le Specie Aliene Invasive; i gestori pubblici possono iscriversi al sistema e ricevono automaticamente un avviso qualora venga inserita nel sistema la localizzazione di una pianta invasiva.

Storie e Principi #13
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Quali sono le tecniche più sostenibili per trattare le erbacce nei cimiteri?

La gestione della pulizia dei cimiteri è un problema delicato dovuto al valore simbolico di questi luoghi. Le erbacce possono essere interpretate come un segno di abbandono e degrado da parte dell’amministrazione comunale o addirittura di profanazione. L’introduzione strutturata, diversificata e armoniosa della flora può cambiare questa percezione. E’ importante comunicare con i cittadini durante il periodo della transizione (vedi punto 17), affinché nei cimiteri venga considerata l’importanza della natura. Una gestione di questi spazi nel rispetto dell’ambiente è una componente fondamentale per coltivare il verde nelle zone urbane.

Assistens kirkegaarden Copenhagen (Denmark), Photo © Wikipedia

 

Grazie alla spinta del Belgio verso una gestione dei cimiteri più rispettosa dell’ambiente, alcune specie rare stanno riapparendo in queste aree e considerate specie naturali protette.

 

Per riuscire a minimizzare le erbacce nei cimiteri occorre innanzitutto:

  • Minimizzare le aree minerali e impermeabilizzare il suolo per permetterne il mantenimento.
  • Scegliere prodotti e strumenti che consentano ai cimiteri di uniformarsi alle aree circostanti. Usare prodotti di origine locale che non siano stati testati chimicamente.
  • Seminare l’erba nei sentieri.
  • Piantare cespugli bassi o piante tappezzanti nelle zone difficili da raggiungere, ad esempio tra le lapidi, vicino ai muri, in zone scoscese etc.
  • Riparare le giunture così da limitare la crescita delle erbacce (ad esempio la giuntura delle grondaie, le giunture tra le lapidi).

Il cimitero di Namur

Il fattore emotivo inevitabilmente connesso ai cimiteri può comportare che qualsiasi carenza estetica venga immediatamente notata. E’ dunque necessario informare preventivamente i cittadini in merito all’aumento delle zone verdi tramite cartelli ben visibili. E’ inoltre necessario prendersi cura delle zone verdi dei cimiteri, ad esempio tagliando l’erba o curando i prati fioriti. Tre cimiteri hanno ottenuto il riconoscimento di “cimitero ecologico” dalla regione di Vallonia.

Il cimitero di Uccle

Il comune di Uccle è stato il primo in Belgio ad implementare la manutenzione ecologica dei cimiteri di Dieweg (2011) e Verrewinkel (2009). Queste zone, che si estendono rispettivamente per 3.24 e 10.44 ettari, hanno un ruolo fondamentale per il verde del sud di Bruxelles. Diverse specie di piante e animali hanno trovato rifugio in questi cimiteri ed è per questo importante che vengano tutelate attraverso tecniche sostenibili e piani d’azione ben pensati. Sono state svolte diverse azioni come parte dell’Agenda 21: i pesticidi e gli erbicidi sono stati proibiti in queste zone, il Poligono Giapponese viene rimosso regolarmente, la formazione degli addetti si incentra su metodi di lavoro più ecologici, viene utilizzato un sistema di rotazione per il mantenimento della terra, sono stati posizionati cespugli e piante tappezzanti, vengono sfruttati dei pozzi per raccogliere l’acqua piovana etc.

http://www.uccle.be/actualites/les-cimetieres-de-verrewinkel-et-du-diewe...

Assistens kirkegaarden, Distretto di Nørrebro, Copenhagen

Agli inizi del 1800 per i cittadini di Copenhagen era tradizione fare picnic all’interno dei cimiteri. Durante una visita a Copenhagen nel 1827, il poeta svedese Karl August Nicander ricorda particolarmente il cimitero di Assistens: la sera ho fatto una passeggiata dalla Porta Nord al cimitero di Assistens per godere di un altro momento di quiete. E’ certamente uno dei cimiteri più belli d’Europa. Alberi pieni di foglie, distese di fiori, templi ombreggiati dai pioppi, tombe di marmo che sporgono dai salici piangenti e urne o croci racchiuse da arbusti di rose, il profumo e il canto degli uccelli, tutto ciò trasforma questo posto di lutto in un piccolo paradiso.

Il cimitero viene ancora usato come luogo di sepoltura ma è anche un’importante attrazione turistica e lo spazio verde più esteso e popolare del distretto di Nørrebro.

https://en.wikipedia.org/wiki/Assistens_Cemetery_%28Copenhagen%29

Storie e Principi #14
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What are the best environmentally-friendly techniques for managing unwanted weed growth between paving stones/slabs?

Photo © Flanders Environment Agency (VMM)

Occorre dividerli in due categorie:

Lastre sigillate/pavimentazioni

Si tratta di lastricati, lastre sigillate o pietre con giunti in cemento a volte usati nei viali di passaggio dei pedoni o ai piedi dell’arredo urbano (panchine, cartelli stradali, spazzature). Se le giunture sono rovinate, è possibile vi crescano delle erbacce. La soluzione migliore è sistemare le giunture.

 

Lastre non sigillate/pavimentazioni (lastre drenanti, pavimentazioni fiorite)

Potrebbero essere utilizzate per tracciare l’accesso alle strade o i parcheggi. Passare il tosaerba dovrebbe essere sufficiente per mantenerle in ordine, sempre che vi sia spazio a sufficienza. Nelle zone più difficili da raggiungere si possono usare metodi di rimozione diversi, come spazzare o rimuoverle termicamente.

Storie e Principi #15
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Quali sono i metodi più ecologici per gestire la crescita delle erbacce nei campi sportivi?

Ci sono numerosi campi sportivi e sarebbe un peccato se, a causa del ricorso all’uso di pesticidi, divenissero luoghi a rischio causa di malattie, a maggior ragione perché vengono frequentati da gruppi di persone particolarmente vulnerabili (ad esempio i bambini).

Photo © Flanders Environment Agency (VMM)

 

C’è ancora molto da imparare su come gestire i campi sportivi. Si potrebbe iniziare a lavorare chiedendo alle persone che li frequentano che cosa si aspettano da questi luoghi.

Terreni come i campi di bocce, i campi da tennis, i circuiti da corsa etc. sono spesso mantenuti mediante il loro utilizzo. A volte è necessario rimuovere le erbacce dalle superfici impermeabili con prodotti termici, getti ad alta pressione o spazzatrici.

Il principale problema si presenta nei campi erbosi. Gli sport spesso non sono in linea con le logiche agronomiche e orticole. Per gli addetti del settore diventa più difficile trovare una soluzione.

 

Ecco alcune idee:

  • Chiedere ai consumatori che tipo di bisogni hanno e iniziare a lavorare da questi
  • Scegliere un tipo d’erba adatta al suolo e al clima
  • Scegliere varietà d’erba che consentono una buona copertura del suolo
  • Non tagliare l’erba troppo corta
  • Lasciare arieggiare il suolo
  • Assicurarsi che sia mantenuto il giusto livello d’acqua nel suolo
  • Seminare abbondantemente e frequentemente
  • Rifornire con le zolle adatte
  • Vietare agli addetti di usare pratiche che danneggino la superficie

Un esempio di come anche le compagnie possono contribuire a transitare ad una gestione senza pesticidi, golf club di Naxhelet

Al golf club di Naxhelet cerchiamo di non usare i pesticidi e sono due anni che non ne abbiamo più utilizzati. E’ una sfida molto difficile, soprattutto per un campo di golf. Qualsiasi problema deve essere affrontato in maniera naturale. L’unico prodotto che ancora usiamo è un particolare erbicida applicato localmente contro i cardi perché il campo da golf è nuovo e dobbiamo evitare che si diffondano ovunque. Vorremmo riuscire a non usare più questo prodotto entro due anni.

Frédéric Cahay, agronomo e capo della gestione del verde, Naxhelet Golf Club, Wanze, Belgio

Un esempio di come in certi campi sportivi la natura venga integrata nella gestione di queste zone

Nel 2014 è stato assegnato un premio per aver contributo ad eliminare i pesticidi dai campi da golf danesi. Il premio è stato conferito con la collaborazione dell’Unione dei Golf Danesi, dell’Associazione Danese dei Greenkeepers, dell’Agenzia Danese per la Protezione dell’Ambiente, della Conservazione della Natura Danese, del Concilio Danese per l’Outdoor, dei diversi sport danesi.

Il premio del 2015 per il campo da golf più ecologico è stato ottenuto dal campo da golf di Samsø

Perché l’hanno ricevuto loro è piuttosto ovvio. ‘Nell’isola di Samsø, l’utilizzo di diserbanti nel campo di golf è stato sostituito con l’utilizzo di alghe marine e letame di polli, mentre le pecore si occupano di tenere i prati in ordine.

Al contempo, a Samsø il sistema d’irrigazione tipico di molti campi da golf è stato sostituito con sistemi di pompaggio più sostenibili ricaricati tramite energia solare.

Lasciamo che la natura cresca e diventi compagna piuttosto che nemica. Non possiamo continuare a pretendere di modellare la natura come vogliamo. Dovremmo invece lasciare che la natura ci sia d’aiuto’.

Thomas Friis Pihlkjær, capo della gestione del verde del Golf di Samsø

Storie e Principi #16
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L’erba sintetica potrebbe essere una buona soluzione per le zone senza pesticidi?

La risposta a questa domanda è ancora molto incerta e necessita di alcuni chiarimenti:

  • L’erba sintetica è molto più cara ma il suo mantenimento ha un costo molto inferiore, soprattutto quando il suolo è soggetto ad un uso intenso.
  • L’utilizzo dell’erba sintetica può essere molto più intensivo dell’erba naturale e per questo è importante valutare i tassi di utilizzo e tenerli in considerazione fra i costi economici.
  • L’erba sintetica risente meno del clima.
  • L’erba naturale contribuisce per la tutela della biodiversità, cattura CO2 e produce ossigeno.
  • Contrariamente a quanto si possa pensare, l’erba sintetica deve essere ben mantenuta, con regolarità, da persone addette ed è spesso necessario utilizzare prodotti chimici per garantirne la longevità.
  • E’ ancora incerta l’impronta ecologica dell’erba sintetica rispetto all’erba naturale, soprattutto per quanto riguarda la sua durata di vita.
  • Per gli sportivi possono derivare conseguenze differenti (l’erba sintetica potrebbe, ad esempio, causare dei problemi alle articolazioni in caso di pratica con una certa frequenza).

Secondo alcuni esperti la soluzione migliore sarebbe usare entrambi: l’erba sintetica per l’allenamento e l’erba naturale per i momenti di svago e le partite importanti. In ogni caso è bene che i due tipi di erba vengano mantenuti con metodi completamente diversi.

Parte IV - Comunicazione E Sensibilizzazione

Ognuno di noi ha il diritto di vivere in un ambiente sano, privo di pesticidi. Allo stesso tempo, ognuno di noi è responsabile della salute e della bellezza dei paesaggi che ci circondano.
Ogni giorno, per esempio, scegliamo che cosa mangiare e decidiamo insieme come coltivare il nostro cibo, includendo o meno l’uso di pesticidi. Come cittadini possiamo agire individualmente o collettivamente per assicurarci che l’ambiente in cui viviamo sia sano e piacevole. Gli orti urbani comunitari e quelli familiari sono fra i più eccellenti esempi di spazi riconvertiti alla convivialità. E’ compito dei comuni aprirsi al dialogo con i cittadini per trovare soluzioni condivise e sviluppare proposte per spazi urbani liberi da pesticidi, dove si coltivino biodiversità e convivialità, per il benessere di tutti. Solo così avremo città dinamiche e rigogliose.

Carlo Petrini, Presidente di Slow Food, associazione no profit internazionale presente in più di 160 paesi

Storie e Principi #17
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How can we communicate about the transition to become pesticide free?

I cittadini hanno bisogno di essere informati fin dall’inizio della transizione a zona libera dai pesticidi e degli effetti di questa transizione. Se si trascura questo passaggio, può capitare si formi un’opposizione da parte dei cittadini, la quale potrebbe compromettere il progetto delle autorità locali. Inoltre, è importante che i residenti siano correttamente informati sui propri doveri in merito alla gestione degli spazi pubblici dei quali sono tutti responsabili, ad esempio i marciapiedi.

Park in Olat (Spain), a green meeting point. Photo © Eddy Zijlstra

Punti chiave per realizzare una buona comunicazione

  • Delineare uno specifico piano di comunicazione per ogni zona (cimiteri, strade, parchi) per spiegare il processo e i cambiamenti futuri. Assicurarsi che venga divulgato con sufficiente anticipo.
  • Comunicare le ragioni del processo: ambientali, qualità dell’aria, qualità della vita etc.
  • Identificare chiaramente il gruppo con il quale si sta comunicando e adattare il tipo di comunicazione per una maggiore efficacia.
  • Essere creativi e usare diversi mezzi di comunicazione (cartelli, posters, flyers, comunicati, stand nei mercati locali etc.).
  • Coinvolgere tutte le parti interessate del comune, inclusi i lavoratori dei parchi.
  • Selezionare una persona che risponda a qualsiasi domanda, lamentela etc (es. un consulente ambientale).
  • Dimostrare che la transizione sta portando i suoi risultati attraverso visite ai progetti pilota. Tenere seminari di sensibilizzazione.
  • Evitare i seguenti errori: informare i cittadini solo una volta che la transizione è avvenuta, in maniera retroattiva, generalmente dopo aver ricevuto critiche da parte dei cittadini.

Sia la Vallonia che le Fiandre propongono seminari e campagne di sensibilizzazione.

La municipalità di Accetaflore, in Francia, ha esaminato la reazione dei cittadini ai prati fioriti in città, assistendo le pubbliche amministrazioni nell’attuazione delle politiche di riduzione dei pesticidi,nella pubblicazione dei relativi comunicati e nelle spiegazioni.

 

Le ONG aiutano la transizione a zona libera dai pesticidi

L’ONG Flemish Velt offre diversi servizi ai cittadini e il loro sito contiene una serie di consigli per metodi di giardinaggio senza ricorrere ai pesticidi. Sono inoltre disponibili a rispondere a qualsiasi domanda dei cittadini in merito alla gestione delle zone libere dai pesticidi.

Velt ha recentemente iniziato una campagna per proibire di commercializzare i pesticidi con i privati.

Questo tipo di approccio è cruciale se si intende liberare la zona dai pesticidi...

L’etichetta “la rete naturale”

logoNataroga ha realizzato del materiale informativo per i cittadini che riporta le linee guida delle alternative ai pesticidi. Natagora utilizza l’etichetta “nature-network” che viene conferita ai luoghi pubblici che rispettano un regolamento di cinque punti fra i quali è incluso il divieto di utilizzare i pesticidi chimici. Questa etichetta viene esposta in maniera ben visibile come mezzo di comunicazione e sensibilizzazione per i passanti.

La ONG Apis Bruoc Sella, con il supporto di Brussels Ambiente, ha organizzato un ciclo di conferenze a Bruxelles sul tema delle zone urbane libere dai pesticidi, focalizzandosi sull’aspetto comunicativo di questo progetto nei 19 comuni di Bruxelles.

Le ONG possono inoltre aiutare ad illustrare i passaggi necessari affinché il progetto ecosostenibile abbia successo.

Storie e Principi #18
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Come coinvolgere i cittadini?

I cittadini non solo devono essere informati ma anche coinvolti. Anche loro infatti hanno un ruolo importante in questa transizione sia per quanto riguarda l’aspetto di sensibilizzazione sia per la pulizia dei marciapiedi.

Volunteers managing invasive alien species (Denmark), Photo © Commune of Furesø

Il coinvolgimento dei cittadini per rendere più verde una città

Per garantire che la presenza di piante spontanee venga ben accolta dai cittadini occorre permettergli di piantare degli alberi ai piedi dei muri e nelle zone spoglie. Le zone verdi possono diventare ben organizzate e parte di un lavoro condiviso in caso ci siano idee diverse.

  • Le città incoraggiano i cittadini a piantare degli alberi in prossimità delle strade
  • Il progetto “gli alberi del quartieri” permette ai residenti di gestire gli spazi alla base degli alberi e di piantare ciò che preferiscono. In questo modo le persone che non hanno un giardino possono gestire il loro piccolo appezzamento di terra. Questo rafforzerebbe il rapporto dei cittadini con una città più ecologica senza pesticidi.
  • Le città invitano i cittadini a partecipare ai progetti “rendiamo più verdi i nostri muri”.
Storie e Principi #19
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Come le autorità pubbliche dovrebbero rispondere alle lamentele dei cittadini?

Rispondere alle lamentele può essere un buon metodo per coinvolgere, informandoli in merito ai problemi e affidandogli un ruolo attivo. E’ molto importante individuare una persona all’interno del progetto, formata e coinvolta, che gestisca questo tipo di problemi.

Team of gardeners in Watermael Boitfort (Belgium), Photo © Commune of Watermael Boitfort

Il consiglio comunale deve essere coinvolto in questo progetto

Ed essere formati per poter gestire qualsiasi tipo di lamentela da parte dei cittadini. In questo modo potranno essere a capo della politica che regola la zona senza pesticidi.

A volte le lamentele dei cittadini possono mettere in luce problemi dei quali il consiglio comunale o i responsabili del progetto non sono al corrente. In questi casi occorre attuare nuove misure per risolvere questi problemi. Di frequente le lamentele sorgono da una mancanza di sensibilizzazione dei cittadini in merito al progetto. Una buona comunicazione fin dall’inizio è quindi essenziale.

Le lamentele non devono rimanere inascoltate. Bisogna rispondere ad ogni lamentela e, se necessario, analizzarle in modo da riorganizzare il lavoro dei gestori delle zone verdi. Non bisogna lasciare che queste lamentele intralcino la transizione a zone libere dai pesticidi.

Occorre tener presente che qualsiasi attività legata all’ambiente è portatrice di lamentele: ci saranno sempre persone scontente. Sarebbe un peccato interrompere la transizione, che garantisce migliori condizioni di vita per tutti, per le lamentele di alcune persone.

Come incoraggiare i giardinieri incaricati delle zone verdi a scegliere un metodo di lavoro che non preveda l’utilizzo dei pesticidi? E’ importante consentire che seguano un corso di formazione?

Storie e Principi #20
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Come promuovere le pratiche alternative ai pesticidi tra gli uffici che gestiscono le zone verdi?

La responsabilità della gestione delle zone verdi potrebbe essere una prerogativa dei dipartimenti per l’ambiente, i lavori pubblici, le zone verdi, le strade, la società civile etc. Potrebbe essere necessario riorganizzare questi uffici, fissare incontri continui e regolare i ruoli di ciascun dipartimento per garantire un miglior coordinamento.

Apple orchard Parc Solvay (Belgium), Photo © Brussels Envionment (IBGE)

 

Molti comuni del Belgio stanno già facendo in modo che i diversi gruppi comunichino tra di loro e che collaborino per lo stesso obiettivo.

Storie e Principi #21
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Come incoraggiare gli addetti alle zone verdi a adottare delle alternative all’utilizzo dei pesticidi? E’ necessario dargli una formazione?

Sia gli organi decisionali che i giardinieri devono capire che i loro ruoli sono cambiati. Ai giardinieri verrà ad esempio richiesto di imparare nuove tecniche per la gestione delle zone pubbliche senza ricorrere all’utilizzo dei pesticidi.

Photo © Commune de Beersel

 

E’ importante spiegare che scegliere di evitare i pesticidi non significa fare un passo indietro bensì comporta, l’acquisizione di nuove tecniche e una possibilità di progresso. Alcuni giardinieri specializzati potrebbero pensare che le loro conoscenze siano messe in discussione; si tratta di far capire chele loro conoscenze possono invece essere utilizzate per imparare di più in materia di botanica .I giardinieri infatti potranno sfruttare le loro abilità nel riconoscere le piante e i loro problemi individuando velocemente la radice del problema. Andrebbe colta come un'opportunità per i giardinieri di imparare nuove tecniche, ad esempio un metodo diversi di falciare l’erba. Se da una parte alcuni potrebbero lamentare la necessità di utilizzare dei prodotti chimici, dall’altra invece potranno beneficiare del fatto di non dover lavorare con le maschere o le protezioni per il corpo.

Piuttosto che impartire istruzioni, il comune dovrebbe integrare i giardinieri nel processo di transizione fin dall’inizio. E’ importante utilizzare le loro competenze per riuscire ad eliminare i pesticidi in maniera efficiente. E’ inoltre fondamentale coinvolgere i lavoratori in seminari di formazione, organizzare visite presso i comuni vicini, favorire la comunicazione con gli altri giardinieri etc.

Controllate la mappa di PAN Europe per trovare le città vicino a voi che potrebbero darvi l’esempio e contattateci per qualsiasi domanda o per necessità di assistenza.

Parte V - I Costi

Integrare nuove collaborazioni/assistenza tecnica per convertirsi a città senza pesticidi:

“FREDON Alsace, un sindacato di agricoltori professionisti, sta organizzando un percorso di sensibilizzazione dei cittadini nel comune di Alsace e sta supportando queste città per liberarsi dai pesticidi. Fin dall’inizio della transizione, gli agricoltori della regione di Alsace hanno supportato le città e i villaggi durante questo processo. Lo scopo principale degli agricoltori era, ed è tutt’oggi, ridurre l’uso dei pesticidi a livello globale. Hanno sviluppato le loro competenze, acquisite praticando tecniche alternative e ricorrendo ai pesticidi, forniti dalle autorità locali, solo quando necessario. Grazie a questa collaborazione tra gli agricoltori e le città, la transizione ha dato l’occasione alle autorità della regione di Alsace di creare nuove posti di lavoro. Gli agricoltori sono sempre stati e sempre saranno una risorsa fondamentale durante questo processo in cui ripongono grande fiducia”.

Philippe Roger, produttore di mele biologiche e succhi di frutta nella regione di Alsace, e membro di FREDON Alsace

Storie e Principi #22
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Mantenere le città senza ricorrere all’utilizzo dei pesticidi richiede una spesa superiore?

Quando si parla dei costi di mantenimento delle città senza l’uso dei pesticidi bisogna ricordare che:

Anche usare i pesticidi ha un costo

  • Delle ricerche negli Stati Uniti hanno calcolato una spesa di 12 miliardi di dollari spesi in danni ambientali e sociali nonché perdita di biodiversità (David Pimentel (2009); Costi economici e ambientali principalmente dovuti dall’applicazione dei pesticidi negli Stati Uniti).
  • Degli studi nel Regno Unito e in Germania hanno stimato una spesa annua per i pesticidi di rispettivamente 257 milioni di dollari e 166 milioni di dollari, a danno di persone affette da problemi di salute, dell’ambiente e dei cittadini (Pretty & Waibel (2005); Pagare lo scotto: il costo complessivo dei pesticidi. La disintossicazione dai pesticidi. Earthscan, London).
  • Uno studio francese ha calcolato che in Francia il costo complessivo legato all’inquinamento dell’acqua dovuto dai pesticidi è di 1.5 miliardi di euro.

Sia i fiamminghi che i tedeschi hanno chiesto alle città i potenziali costi aggiuntivi legati alla transizione per divenire prive di pesticidi

Entrambe le ricerche si sono focalizzate sui cambiamenti a breve termine, il che prevede investire in conoscenze, formazione e nell’acquisto di nuovi macchinari.

L’indagine tedesca condotta dall’ONG BUND a partire dal 2015 ha concluso che utilizzare i pesticidi si rivela spesso più economico che ricorrere a metodi alternativi che implicano costi aggiuntivi legati, ad esempio, alla formazione del personale e al costo dei macchinari;

  • Il comune di Bielefeld ha acquistato un dispositivo WAVE per l’acqua calda che ha segnalato un costo di €0.07 per m2.
  • Il comune di Recklinghausen ha calcolato un costo di €0.11-€0.13 per m2 per il dispositivo WAVE.
  • Il comune di Münster nel 2012 ha acquistato un ventilatore di aria calda Ecoflame, un dispositivo che può essere collegato ad un trattore. Il macchinario è costato €25,000 ma il costo per m2 è stato inferiore ad ogni altro metodo alternativo.
  • Il comune di Göttingen ha svolto una conversione complessiva delle misure di riduzione dei costi di mantenimento, enfatizzando la diversità ambientale e rendendo possibile una riduzione dei costi attraverso un adeguato modo di piantare.

L’indagine fiamminga svolta nel 2011 dall’Agenzia per lo Sviluppo dei comuni della zona di Kempen, nelle Fiandre in Belgio (IOK) ha indagato se il mantenimento delle città senza ricorrere ai pesticidi possa causare un lavoro aggiuntivo e i comuni hanno affermato che:

  • Per il mantenimento dei marciapiedi il lavoro extra può variare da 0% a 500%.
  • Per le zone verdi, l’aumento del carico di lavoro può variare tra il 25% in meno o lo 0% al 100% di lavoro extra

Per liberarsi dai pesticidi occorre modificare il metodo di mantenimento delle zone verdi in maniera tale che , con il tempo, certi investimenti possaano portare a delle ricompense.

E’ importante decidere come e quando iniziare la transizione. La chiave per riuscire a mantenere gli stessi costi dipende da quando si inizia; chiaramente, prima si inizia più saranno contenuti i costi di mantenimento delle piante invasive.

Inoltre, occorre ricordare che le città che hanno già intrapreso questo percorso hanno avuto modo di identificare nuove tecnologie e di testarle. Condividendo queste esperienze con altri, il costo delle tecniche alternative potrebbe ridursi nel tempo.

Pertanto il nostro consiglio è quello di vedere i potenziali costi temporanei come un investimento per il futuro più sostenibile grazie all’impiego di nuovi metodi di lavoro etc. Il nostro pianeta ne ha bisogno.

PAN Europe intende aiutare a diffondere queste conoscenze e nuove tecniche e a riscoprire quelle già esistenti che possano supportare la transizione delle città in aree senza pesticidi. Abbiamo quindi realizzato un sito che riporta tutti i comuni in Europa che ci hanno raccontato la propria storia e il proprio percorso.

Storie e Principi #23
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Conclusione

I pesticidi vengono considerati come la scelta a breve termine più economica mentre le conseguenze a lungo termine sull’uomo e sull’ambiente vengono ignorate. L’approccio più sostenibile non è quello di rimpiazzare semplicemente i pesticidi con tecniche alternative (biologiche o meccaniche) di rimozione delle erbacce. Occorre innanzitutto rivalutare approfonditamente la nostra visione dell’ambiente affinché qualsiasi cambiamento venga accettato (i cimiteri e i marciapiedi fioriti etc.).

L’esempio che viene dato dalle autorità sarà cruciale per permettere a tutti - cittadini e produttori - di essere coscienti che vi è un’urgente necessità di trattare il nostro pianeta in maniera responsabile e ragionevole.

 

Per maggiori informazioni:

Storie e Principi #3

http://www.eupen.be/Leben/Umwelt/Null-Pestizide.aspx
http://www.mce-info.org/Pdf/expo_communessanspesticides.pdf
http://www.strasbourg.eu/environnement-qualite-de-vie/nature-en-ville/ze...
https://stad.gent/natuur-milieu/nieuws-evenementen/pesticiden-het-gezond...
https://stad.gent/natuur-milieu/u-houdt-van-gent/creëer-meer-groen/stoep-én-tuin-zonder-pesticiden
http://www.lens.be/news/zero-pesticides-en-wallonie
http://watermaal-bosvoorde.be/nl/Bestanden/1170/avril2015.pdf
Trailer: https://youtu.be/Veu7Dikqr4g or www.byebyepesticides.flowers 
http://vandigrunden.dk/om-kampagnen/
http://www.alken.be/product/1843/maak-uw-tuin-winterklaar-zonder-pesticiden
http://www.dgga.dk/Venstre_side/Have/Havekursus.html
http://www.hasselt.be/nl/content/8317/ambertuin.html

 

Storie e Principi #4

Turf laying: http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-Enherbement.pdf
Flower meadows: http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-FleurissementDiff.pdf
Lawns/sports grounds: http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-TerrainsSport.pdf
Guide to pesticide free design: https://www.vmm.be/publicaties/pesticidenvrij-ontwerpen

 

Storie e Principi #5

http://www.zonderisgezonder.be/bestrijdingsgids/ongewenste-planten/tusse...
http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-Paillage.pdf
http://www.terre-horizon.fr/uploads/media/Fichespaillages.pdf

 

Storie e Principi #6

List of ground-cover plants: http://www.cthgx.be/couvre-sols
http://www.alterias.be
http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-Plantes_couvre-sols...
http://ecowal.be/fleurissements-urbains-champetres/plantes-couvre-sols

 

Storie e Principi #7

http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-PrairiesFleuries.pdf and http://www.gestiondifferenciee.be/files/Fiches/Fiche-FleurissementDiff.pdf
http://ecowal.be/main/files/pdf/prairies-fleuries-11645-fr.pdf
http://www.apisbruocsella.be/fr/prairiesfleuriesurbaines
http://beweegt.velt.be/plantenzoeker
http://www.velt.nu/vraag-antwoord/siertuinvragen/hoe-leg-je-een-bloemenw...
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Storie e Principi #8

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Storie e Principi #12

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Storie e Principi #17

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Storie e Principi #18

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Storie e Principi #22

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